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ANSAcom - In collaborazione con Unioncamere
L’intelligenza artificiale può diventare "un utensile da mettere al servizio delle piccole e medie imprese" ma per farlo il tema fondamentale sono le competenze. Con questo messaggio il segretario generale Unioncamere, Giuseppe Tripoli, ha aperto il convegno 'Intelligenza artificiale
e cybersecurity'. Tripoli ha ricordato che il 40-45% delle piccole imprese italiane sono considerate "immature digitalmente" e che, secondo dati Istat, la mancanza di competenze è un ostacolo per il 55% delle imprese che hanno preso in considerazione l’utilizzo delle tecnologie di intelligenza artificiale senza poi adottarle.
Il direttore generale dell'Agenzia per la Cybersicurezza nazionale, Bruno Frattasi, ha invitato a lavorare su due fronti: da un lato creare competenze digitali, in modo che le imprese trovino i lavoratori dei quali hanno bisogno, dall'altro lato fare in modo che le stesse imprese abbiano la consapevolezza necessaria, per esempio, a difendersi dalle minacce informatiche. Ha spiegato che su questo aspetto "al momento il quadro non è molto confortante".
L'unica strada per tenere il passo con l'innovazione continua è, secondo il presidente di Unioncamere, è la "formazione permanente" secondo il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, che ha sottolineato come la maggioranza dei posti di lavoro che esisteranno nel 2030 "non è stato ancora inventato". Al tempo stesso, ha osservato Prete, "c’è un forte disallineamento tra la formazione e quello che le imprese vogliono. E professioni che non si riescono a trovare anche nel 70-75% dei casi, come i laureati Stem".
La formazione del personale è "fondamentale" anche per il presidente di Lex Istituto per la ricerca giuridico-economica, Roberto Serrentino, "per la conoscenza sia delle norme sia delle tecnologie".
Dal punto di vista tecnologico l'Italia non parte da zero. Il presidente dell'International foundation for big data and artificial intelligence for human development (IFAB) e presidente di Cineca, Francesco Ubertini, ha raccontato che "il centro di supercalcolo italiano dal 2018 è diventato uno dei più importanti centri di supercalcolo in Europa" e spiegato che l'Italia rappresenta in questo ambito "un punto di eccellenza" a livello comunitario.
E anche dal punto di vista dei capitali qualcosa si sta muovendo. "Cdp Venture capital utilizza l'intelligenza artificiale come pilastro del proprio piano industriale 2024-2028. Noi gli abbiamo dedicato uno strumento complessivo da un miliardo di euro", ha spiegato l'amministratore delegato e direttore generale di Cdp Venture Capital, Agostino Scornajenchi.
Le applicazioni dell'intelligenza anche per le imprese più piccole presentano opportunità "enormi", ha rimarcato la professoressa di Ingegneria informatica Politecnico di Torino, Barbara Caputo, che ha citato la possibilità tradurre la descrizione dei prodotti e taggarli sui siti di e-commerce di tutto il mondo o le piattaforme che vengono usate per organizzare filiere come quella dellalta oreficeria composte da micro imprese. Un altro aspetto delle tecnologie di Ia è stato evidenziato dalla direttrice del Dipartimento Scienze e Ingegneria Universitas Mercatorum, Barbara Martini, ed è quello di "rafforzare l’aspetto di personalizzazione dei prodotti". Martini ha invitato poi a considerare l'intelligenza artificiale "come uno strumento per il miglioramento della vita dell’uomo".
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