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WeWorld, garantiamo i diritti ad acqua e scuola, anche a Gaza

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WeWorld, garantiamo i diritti ad acqua e scuola, anche a Gaza

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In collaborazione con WeWorld

2 miliardi di persone non hanno accesso a servizi idrici sicuri

Roma, 12 giugno 2024, 17:48

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Martina Albini, Stefania Piccinelli, Dina Taddia, Fabio Sokolowicz, Emanuele Russo e Marta Collu - RIPRODUZIONE RISERVATA

Martina Albini, Stefania Piccinelli, Dina Taddia, Fabio Sokolowicz, Emanuele Russo e Marta Collu - RIPRODUZIONE RISERVATA
Martina Albini, Stefania Piccinelli, Dina Taddia, Fabio Sokolowicz, Emanuele Russo e Marta Collu - RIPRODUZIONE RISERVATA

ANSAcom - In collaborazione con WeWorld

Senza accesso all'acqua potabile e a servizi igienici a scuola non ci può essere educazione. Ma nel mondo più di 2 miliardi di persone non hanno accesso ad acqua sicura e tre scuole su 10 non dispongono di servizi idrici né di servizi sanitari di base. È questo il messaggio dell'atlante di WeWorld- L'atlante è stato presentato all'evento 'Flowing futures. Il diritto all’acqua e il diritto all’educazione per promuovere il futuro delle nuove generazioni e delle comunità in contesti di emergenza e crisi protratte organizzato da WeWorld congiuntamente all’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) con il sostegno della direzione generale per la Cooperazione allo Sviluppo (Dgcs), Maeci e promosso dalla Campagna globale per l’educazione.

Nel corso dell'evento il portavoce della Campagna globale per l’educazione, Emanuele Russo, ha fatto un appello al governo per promuovere il diritto all’educazione anche in contesti di emergenza e crisi protratte attraverso un investimento iniziale di almeno 15 milioni di euro al fondo globale delle Nazioni Unite Education Cannot Wait nei prossimi quattro anni. "Dando accesso all'acqua, diamo la possibilità a bambini e bambine di andare a scuola", ha detto l'amministratrice delegata di WeWorld, Dina Taddia, raccontando di aver scoperto in Palestina, circa 30 anni fa, come l'accesso all'acqua potesse consentire alle bambine di una comunità beduina di studiare.

"Prima passavano il pomeriggio ad andare a raccogliere l'acqua alla fonte a 6 chilometri di distanza", ha spiegato.In sette famiglie su 10, nei 51 paesi con dati disponibili, se ne occupano donne e ragazze. Le bambine sono le principali responsabili nel 7% dei casi, i bambini nel 4%. L’atlante indica anche che più di 2 scuole su 5 non dispongono di servizi dotati di acqua e sapone e piú di una scuola su sette non dispone di bagni divisi per genere. L’importanza della presenza di questi servizi è particolarmente evidente in Africa Subsahariana, dove una bambina su dieci salta la scuola durante le mestruazioni, perdendo circa il 20% dell'anno scolastico. Inoltre quando bambini e bambine provenienti da background socio-economici svantaggiati non hanno accesso all'acqua sono più esposti a malattie. Le malattie diarroiche sono la prima causa di morte sotto i 5 anni, provocando più di 1200 morti al giorno. Weworld ha sottolineato come la disponibilità di servizi adeguati e sicuri a scuola giovi alla salute, all’istruzione e al benessere generale dei bambini. La scuola è il luogo migliore per apprendere e implementare le pratiche più adeguate. I benefici, tuttavia, si estendono oltre le aule scolastiche e i giovani comeagenti di cambiamento possono influenzare positivamente il comportamento dei membri della loro famiglia e della comunità.

Anche l'executive director di Education Cannot Wait, il fondo delle Nazioni Unite per l’istruzione in situazioni di emergenza, Yasmine Sherif, ha sottolineato come la sua azione in oltre 40 paesi colpiti da crisi per i cambiamenti climatici, i conflitti o grandi masse di rifugiatipunti a "un’educazione olistica", che significa anche l’accesso a acqua potabile e bagni "altrimenti non puoi andare a scuola". Il capo dell’unità per gli interventi internazionali di emergenza umanitaria della Dgcs del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Fabio Sokolowicz, ha sottolineato come anche nel conflitto israelo-palestinese "il tema dell'acqua è molto più di quanto non venga raccontato" e "da diversi decenni è sempre stato un tema fondamentale".

"Siamo ancora a Gaza e facciamo acqua ed educazione, per cercare di dare una normalità, per quanto possibile, ai bambini e ai ragazzi", ha dichiarato Taddia ricordando che WeWorld negli ultimi sette mesi ha fornito un quarto dell'acqua potabile distribuita nella Striscia. "Tutto il mondo civile si interroga come i giovani di Gaza potranno avere un futuro. È chiaro che l'educazione e il sistema scolastico è un sistema che ha la possibilità di emancipare e di rendere liberi", ha evidenziato il vice direttore tecnico dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), Leonardo Carmenati. Secondo i dati presentati da WeWorld, a Gaza sono 650 mila gli studenti senza accesso all'educazione da ottobre, l'80% delle 563 strutture scolastiche sono state distrutte o danneggiate. 

ANSAcom - In collaborazione con WeWorld

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