"L'Italia è un Paese molto ricco di
acqua. Ne ha più dei suoi vicini Spagna e Grecia", e il sud è
addirittura in surplus. Ad affermarlo a Repubblica il
vicepresidente dell'Associazione internazionale degli
idrogeologi e professore alla Sapienza Marco Petitta, 'leggendo'
la mappa delle falde sotterranee. In Italia, spiega, "i prelievi
arrivano a 18 miliardi di metri cubi all'anno: 11,5 per
l'agricoltura, 2,5 per l'acqua potabile, 3,7 per l'industria e
0,3 per il settore zootecnico. Le piogge si aggirano sui 300
miliardi. Di questi, fra 50 e 70 miliardi di metri cubi
finiscono nelle falde sotterranee, ricaricandole. È
l'equivalente del Lago di Garda. Le falde sotterranee coprono
l'84% dei consumi di acqua potabile in Italia. Dal punto di
vista geologico, il nostro è un Paese ricco di rilievi di natura
calcarea, che presentano parecchie fratture e si trasformano
facilmente in enormi serbatoi. Tutti gli Appennini ospitano
grandi depositi d'acqua. La Spagna invece, oltre ad avere meno
precipitazioni, non ha in genere questa conformazione
geologica". Le falde, spiega l'esperto, "sono in leggera
sofferenza. Più l'acqua scarseggia in superficie, più se ne
pompa dai pozzi in profondità. Rispetto alle acque superficiali,
quelle sotterranee impiegano più tempo a risentire della
siccità. Avremmo tempo per trovare rimedi". Il suggerimento è
"mettere l'acqua in banca. Esistono dei metodi per ricaricare le
falde acquifere in modo artificiale. Accanto ai fiumi si
realizzano dei bacini con il fondo molto permeabile, che si
fanno riempire nei periodi di piena. Uno è appena stato
realizzato in Val Cornia, in Toscana".
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