Il progetto ha l'obiettivo di identificare, sviluppare e attuare attività e pratiche che promuovono l'adattamento ai cambiamenti climatici attraverso una gestione "climaticamente intelligente" delle risorse idriche. La durata prevista è di 9 anni (2023-2032).
Il progetto vede come leader l'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po (AdBPo) e coinvolge tutti gli enti locali interessati, le autorità di bacino, le agenzie ambiantali pubbliche e gli istituti di ricerca del territorio.
Per il segretario generale dell'Autorità di bacino distrettuale del Fiume Po, Alessandro Bratti, "il cambiamento climatico necessita sempre di più di azioni adeguate alle criticità, sia di natura gestionale che infrastrutturale, utili a contrastarne gli effetti più negativi; Climax Po aiuta ad affrontare queste tematiche, combinando insieme i vari approcci".
"Il bacino del fiume Po è l'area più colpita dove intervenire è urgente, ma al tempo stesso può diventare un'esperienza pilota nelle politiche di adattamento alla crisi climatica - ha commentato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente -. Avviare interventi in tal senso, con azioni efficaci di riduzione dei prelievi, riuso delle acque reflue, rinaturalizzazione e tutela degli ecosistemi fluviali, è una priorità. Per farlo, serve un confronto concreto tra i protagonisti dei diversi settori. Inoltre, è essenziale coinvolgere i cittadini sull'importanza di ridurre la nostra impronta idrica".
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