Nei pressi degli istituti scolastici di verde in Europa al momento ce n'è infatti ben poco. In media, stando ai dati, poco più del 10% dell'area entro un raggio di 300 metri dalle strutture educative è green, e solo il 6% è coperto da alberi.
Le scuole con i dintorni più verdi tendono ad essere nel nord Europa. In Italia, in città come Milano, Bari e Napoli meno del 5% dell'area entro 300 metri dalle scuole è verde. Va meglio a Roma, Firenze e Bologna, dove la percentuale è tra il 5 e il 10%.
Ma il nostro Paese non se la cava affatto bene nemmeno in generale. Cremona è tra le città europee con la più alta concentrazione di particolato sottile nell'aria (Pm2,5), piazzandosi al 372esimo posto. Peggio fanno solo le stazioni di monitoraggio di Piotrkow Trybunalski e Nowi Sacz, in Polonia, e di Slavonski Brod in Croazia. Padova è 367esima. Bergamo, Piacenza, Brescia e Venezia occupano le posizioni dalla 356 alla 359, Milano la 349. Roma è 257esima, Napoli 241esima. Scorrendo la classifica dal basso in alto, Genova è la prima città italiana con una qualità dell'aria definita accettabile (158esimo posto). Nello stesso gruppo, Livorno (33esima) e Sassari, con i dati migliori d'Italia, al 16esimo posto. Faro, in Portogallo, e le città svedesi di Umea e Uppsala, sono state classificate come le città con l'aria più pulita nell'Ue.
La Pianura Padana si conferma del resto tra le regioni europee con i più alti livelli di particolato (Pm10 e Pm2.5) nell'atmosfera. Elevate concentrazioni di particolato si riscontrano anche nell'Europa centro-orientale, principalmente a causa dell'uso del carbone per il riscaldamento e la produzione industriale. Il biossido di azoto, le cui emissioni sono causate principalmente dal traffico, caratterizza l'aria di tutte le più grandi città del Continente, mentre alte concentrazioni di ozono interessano soprattutto l'Italia e il bacino del Mediterraneo per via del ruolo dell'irradiazione solare e del calore nella formazione di questo gas.
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