Il reato di abbandono, spiega Brambilla in una nota, "diventa maltrattamento e chi maltratta un animale o lo uccide verrà punito più severamente". "C'è ampio consenso tra le forze politiche, manifestato anche in campagna elettorale" sottolinea la presidente Brambilla che è è prima firmataria di una proposta organica in materia (AC30), il cui esame è già stato annunciato dalla commissione Giustizia.
Il testo, si legge nella nota, modifica in più punti il codice penale e prevede il carcere nei casi più gravi. In particolare, il testo innalza i limiti della pena per il reato di uccisione portandolo dagli attuali "quattro mesi a due anni" a "da due a sei anni", mentre per quello di maltrattamento si passa dagli attuali "tre a 18 mesi" a "da uno a cinque anni", ma sempre accompagnati da una multa che può variare dai 5mila ai 30mila euro. Oggi la pena pecuniaria è alternativa a quella detentiva, ricorda la nota. "Inoltre - aggiunge la presidente dell'Intergruppo - la proposta di legge attribuisce al reato di abbandono le stesse pene del maltrattamento, che passano così da massimo un anno di carcere a cinque, e introduce nel codice penale le norme contro esche e bocconi avvelenati, oggi dettate solo da un'ordinanza ministeriale".
"Dalla legislatura precedente - spiega Brambilla - abbiamo ricevuto in eredità la storica riforma della Costituzione, alla quale ho personalmente lavorato per tre legislature. Di qui prendiamo le mosse per affrontare alcuni problemi che richiedono soluzioni legislative. La nostra priorità è l'inasprimento delle pene per chi maltratta e uccide gli animali e altri interventi 'di accompagnamento' sul codice penale".
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