Lo annuncia la deputata Michela Vittoria Brambilla, presidente dell'Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la difesa dell'ambiente, cui aderiscono numerosi parlamentari di tutte le forze politiche, che si è ricostituito nella XIX legislatura e si è presentato oggi con le sue proposte.
Il reato di abbandono, spiega Brambilla in una nota, "diventa
maltrattamento e chi maltratta un animale o lo uccide verrà
punito più severamente". "C'è ampio consenso tra le forze
politiche, manifestato anche in campagna elettorale" sottolinea
la presidente Brambilla che è è prima firmataria di una proposta
organica in materia (AC30), il cui esame è già stato annunciato
dalla commissione Giustizia.
Il testo, si legge nella nota, modifica in più punti il
codice penale e prevede il carcere nei casi più gravi. In
particolare, il testo innalza i limiti della pena per il reato
di uccisione portandolo dagli attuali "quattro mesi a due anni"
a "da due a sei anni", mentre per quello di maltrattamento si
passa dagli attuali "tre a 18 mesi" a "da uno a cinque anni", ma
sempre accompagnati da una multa che può variare dai 5mila ai
30mila euro. Oggi la pena pecuniaria è alternativa a quella
detentiva, ricorda la nota. "Inoltre - aggiunge la presidente
dell'Intergruppo - la proposta di legge attribuisce al reato di
abbandono le stesse pene del maltrattamento, che passano così da
massimo un anno di carcere a cinque, e introduce nel codice
penale le norme contro esche e bocconi avvelenati, oggi dettate
solo da un'ordinanza ministeriale".
"Dalla legislatura precedente - spiega Brambilla - abbiamo
ricevuto in eredità la storica riforma della Costituzione, alla
quale ho personalmente lavorato per tre legislature. Di qui
prendiamo le mosse per affrontare alcuni problemi che richiedono
soluzioni legislative. La nostra priorità è l'inasprimento delle
pene per chi maltratta e uccide gli animali e altri interventi
'di accompagnamento' sul codice penale".
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