Un risultato, rileva il Conai, "che supererebbe di dieci punti percentuali quel 65% che l'Unione Europea chiede ai suoi Stati membri entro il 2025". L'Italia dovrebbe chiudere il 2023 "con una quantità di imballaggi immessi sul mercato superiore a quella dei livelli pre-pandemia" aggiunge Ruini stimando "che la ripresa dei consumi, nonostante il cambio nelle abitudini e nello stile di vita degli italiani generato tra il 2020 e il 2021 dalla pandemia, farà superare i 14 milioni e mezzo di tonnellate di packaging sul mercato".
Nel rilevare che "gli italiani sono sempre più bravi nel differenziare correttamente i rifiuti", Ruini precisa che l'anno iniziato da poco dovrebbe vedere avviato a riciclo oltre il 77% degli imballaggi in acciaio, il 67% di quelli in alluminio, più dell'85% in carta e cartone, circa il 63% in legno, quasi il 59% di quelli in plastica e bioplastica, e l'80% circa degli imballaggi in vetro.
"Dobbiamo continuare a impegnarci, soprattutto in vista dei nuovi obiettivi comunitari di cui Conai è garante per l'Italia" conclude Ruini ricordando che l'Italia "è già leader in Europa in questo settore, con un pro-capite di riciclo degli imballaggi che ci vede al primo posto". "Le nostre città - dice infine - devono essere viste come miniere urbane che producono risorse, non scarti".
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