"La qualificazione delle stazioni
appaltanti non va frenata, non possiamo far finta di fare il
salto e poi passare sotto l'asticella". Lo ha detto il
presidente dell'Anac, Giuseppe Busia, nel corso della tavola
rotonda 'La tutela e la qualità del lavoro: verso il nuovo
codice dei contratti pubblici', organizzata da Filca Cisl a
Roma, rispondendo alla richiesta dell'Anci di intervenire in
maniera graduale con la riforma, garantendo i piccoli comuni.
"La qualificazione delle stazioni appaltanti cui Anac ha
lavorato - ha osservato Busia - non vuole e non deve bloccare la
crescita e lo sviluppo del Paese. Serve invece a far sì che i
Comuni spendano bene i soldi pubblici, con competenza, in
maniera digitale, risparmiando tempi e burocrazia. Ecco perché
bisogna intervenire con urgenza sulle stazioni appaltanti,
spingendo i piccoli Comuni ad unirsi e a professionalizzarsi, a
trovare economie di scala nei loro acquisti".
Il presidente dell'Anac ha chiesto "uno sforzo di serietà da
parte dei comuni: devono mettersi insieme, creare massa critica
per sviluppare migliori capacità di fare acquisti, per diventare
compratori di maggior peso e consistenza. Non è quindi un peso
che si pone ma una facilitazione". Anac ha proposto che il 5%
della spesa dell'appalto sia destinata a formare chi gestisce
l'appalto perché sia all'altezza del venditore e costruttore
privato.
Busia ha ricordato che entro il 30 settembre saranno pronte
le Linee guida sulla qualificazione delle stazioni appaltanti,
previste dal Pnrr, elaborate da Anac e destinate a diventare
legge con il nuovo codice dei contratti pubblici.
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