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Milano Moda Uomo al via all'insegna della libertà

Milano Moda Uomo al via all'insegna della libertà

Da Moschino a Dsquared2, sfila l'elogio dell'individualità

MILANO, 15 giugno 2024, 11:39

di Gioia Giudici

ANSACheck
Moschino Uomo Primavera/Estate 2025 e Resort Donna 2025 - RIPRODUZIONE RISERVATA

Moschino Uomo Primavera/Estate 2025 e Resort Donna 2025 - RIPRODUZIONE RISERVATA

E' un elogio della libertà il primo giorno di sfilate di Milano Moda Uomo, aperto dalla seconda collezione Moschino disegnata dal nuovo direttore creativo Adrian Appiolaza. Buona la seconda per lui, buona la prima (sfilata) per il popolo della moda in arrivo da Pitti, galvanizzato dal ritorno alle origini del brand.
    Fedele all'ironia mai scontata del fondatore Franco Moschino, il designer argentino ha intitolato 'lost and found', come i bagagli smarriti negli aeroporti, la sua collezione, per lui ma anche per lei. In questo perdersi per poi ritrovarsi ci sono tanti echi dell'archivio dello storico brand, citazioni e dediche, che mettono al centro la sartoria tradizionale, trasformata, decostruita e poi ricostruita. Un esempio? Le regole sul come vestirsi secondo Franco Moschino, scritte su un fax presente nella collezione Primavera-Estate 1995, ridotte a brandelli, anzi, a frange, diventano code e mantelli, mentre fazzoletti e maniche di camicia si trasformano in gonne, i colletti delle polo sono piazzati sui pull, margherite, palloni da calcio e macchie di sugo sbocciano su camicie e abiti.
    Cardigan portati di sbieco, trench coat attorcigliati, vestiti lingerie, "Survival Jacket" riprese dalla collezione Primavera-Estate 1992 sono esempio di una fusione di generi che dà vita a un guardaroba condiviso da tutti: una sciarpa può essere legata come una gonna, una camicia da uomo può diventare un abito da sposa, un pallone da calcio con un sottofondo tricolore può unire una coppia.
    Libertà ad alto tasso erotico da Dsquared: i gemelli Dean e Dan Caten alzano al massimo la temperatura al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano. All'interno di gabbie appese al soffitto danzano ballerini vestiti di latex, che danno via allo show, in una celebrazione spudoratamente sexy della libertà, tra corpi cinti da imbracature bondage e denim abbinati a latex scultoreo, top asimmetrici in jersey velato, capi tenuti insieme da lacci, completi dalle spalle larghe e voluminosi pantaloni con pinces, giacche biker in pelle e massicce creeper borchiate. Dominano i tessuti traslucidi come chiffon e latex, tenuti insieme da cinghie bondage in pelle nera, che aprono a citazioni dal mondo del wrestling, con canottiere che spuntano dagli shorts trasparenti e dettagli stringati che ammiccano al mondo sadomaso.
    Tutt'altra musica da Canali, che festeggia 90 anni nella sala della Cariatidi di Palazzo Reale con una mostra creata dagli studenti della Naba e una capsule collection celebrativa. Il brand è nato nel 1934, quando Giovanni Canali si unì all'attività di sartoria del fratello Giacomo a Triuggio, in Brianza. Nel secondo dopoguerra, la seconda generazione dei fratelli Canali - Giuseppe, Genesio ed Eugenio - riavviò l'impresa concentrandosi sui soprabiti, per poi abbracciare la sartoria e l'abbigliamento formale. Giunta alla terza generazione, l'azienda oggi è guidata da Stefano Canali, presidente e ceo: "la lezione che abbiamo imparato in questi 90 anni - dice - è che bisogna evolvere senza stravolgere". Così nella capsule celebrativa viene ripercorsa la storia del brand, dal soprabito in lana, seta e cashmere alla giacca negli stessi materiali, fino al maxipull nel tono 'verde Brianza' che è la firma del brand.
   

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