(di Daniela Giammusso (ANSA) - Se c'è un settore, che non si esaurirà mai è quello delle onoranze funebri. Chi in maniera più sfarzosa, chi più dimessa, ognuno secondo il proprio credo e convinzione, prima o poi ne sarà cliente. Eppure la crisi ha colpito anche lì, nella sacra cerimonia al caro estinto. Non è cosa da poco, basta fare due conti: euro più euro meno, con qualche differenza nord-sud, città-paese, per una bara non si spende meno di 5-600 euro (diffidare delle imitazioni) ma si può arrivare anche a cifre a quattro zeri scegliendo il lusso della radica di noce o lo stile di alcuni fregi e interni; c'è poi la corona di fiori o il cuscino (100-300 euro), la lapide (500 euro, ma si triplica, anche qui, a seconda del marmo, dell'incisione, della foto da inserire), l'auto per il trasporto, l'annuncio affisso in paese (100-300 euro) o il necrologio sul giornale (300-500 euro). La cremazione, mediamente, va dai 250 ai 750, a seconda dell'urna, della residenza del defunto e se ad aiutare c'è un'agenzia. Ed è sempre più scelta (con un'impennata del +25% negli ultimi anni) proprio perché molto più economica di una tradizionale inumazione o tumulazione. Ma se non c'è intenzione di spargere le ceneri del caro al vento, bisogna aggiungere anche prezzo del loculo e della sua illuminazione. Un funerale, assicurano gli operatori, costa poi mediamente il 15-20% di più al Sud, dove il rito è particolarmente sentito. I parenti, al pari di un matrimonio, non lesinano in accessori e servizi e non è raro che si ''assumano'' figuranti per seguire il feretro in corteo piangendo così da rendere ancora più sentita e drammatica la perdita. Insomma, mediamente, dicono le associazioni dei consumatori, in Italia va a finire che per un funerale si spende sui 4 mila euro in un batter d'occhi. Ma la crisi sta cambiato tutto e chi ''resta'', con tutto l'affetto per chi se ne va, a fine mese deve continuare a fare i conti.
Ecco allora che è ormai radicatissimo il ''funerale a costo zero'', ovvero rateizzabile, senza anticipo (d'altronde, non sempre una ''perdita'' arriva nel momento ''giusto''). A Roma, ad esempio, c'è il ''The end'' a partire da 99 euro al mese. Ma c'è anche l'Outlet del funerale che a Milano offre un pacchetto base ''tutto completo'' a 1.499 euro, cui si possono aggiungere optional fino alla proposta Gold da 6.999 euro (anziché 10 mila). O i funerali low cost All inclusive, in cui si compra il pacchetto ''chiavi in mano'', dove a fronte di notevole risparmio magari si deve chiudere un occhio sull'orario di ''consegna'' del feretro. Sempre più frequenti poi gli accordi dei Comuni per un funerale calmierato: tra i più vantaggiosi nelle grandi città proprio quello di Milano al prezzo di poco più di mille euro. Ma se proprio volete fare un ''affare'' e nel contempo pensare ''al futuro'', allora l'ultimo trend è la Previdenza funeraria. Ovvero, perché pensare domani a ciò che già oggi sappiamo accadrà? Perché costringere i nostri cari a piangere due volte, una per noi e una per il conto, magari anche con l'incertezza del risultato? I programmi hanno nomi fantasiosi, ''Oggi per domani'', ''Futuro oggi'', ''Momento sicuro'', ma l'idea è la stessa: decidere subito come si vorrà essere celebrati, sepolti, con quale rito, quanti fiori, a bordo di quale auto e anche sulle parole di quale salmo. Fatti i debiti scongiuri e stabilito ogni particolare con l'agenzia di fiducia, si salda subito, oggi che siete in buona salute e anche a rate. In questo modo a coprire una buona fetta del funerale saranno gli interessi maturati dalle quote versate anzitempo. I premi della Polizza sono detraibili dalla imposte e, ovviamente, prima ci si decide maggiore sarà la convenienza (e il guadagno in termini di servizi). Ecco, ad esempio, dimostrano i simulatori di spesa, una donna di 40 anni oggi può risparmiare anche il 50% del prezzo delle proprie esequie, prenotando un raffinato funerale da 3 mila euro e pagandolo solo 1.500 in 5 comode rate da 300. Un po' più caro, 336 euro annui per un totale di 1.680, il medesimo servizio per un uomo della stessa età, che, statisticamente, avrà un po' meno tempo per far maturare gli interessi. Come dire, chi ha tempo non aspetti tempo!
Riproduzione riservata © Copyright ANSA