‘L’amore non è bello se non è litigarello’ recita un vecchio detto popolare (ripreso anche nel testo di una canzone degli anni ’70 di Jimmy Fontana). Tra i vecchi dialetti c’è anche ‘amor senza baruffa fa la muffa’ e l’elenco potrebbe proseguire a lungo per quanti modi di dire ci sono per sottolineare che contrasti e disaccordi andrebbero messi in conto nella vita di coppia. La verità è che litigi e discussioni bisogna saperli affrontare nel modo giusto per confermare la veridicità dei detti popolari e preservare il bello del rapporto avendo un buon impatto sul benessere mentale e non rovinare tutto.
E il modo giusto per litigare c’è e pare che i primi 3 minuti di litigio predicano molto sul futuro delle coppia. Lo sostengono diversi esperti tra cui gli studiosi della Toronto Metropolitan University che hanno condotto una curiosa indagine, pubblicata sul Journal of social and personal relationship, che ha esplorato il modo in cui ben 139 coppie gestiscono i conflitti, registrandone i comportamenti negativi e positivi durante le discussioni e indagando come le reazioni influiscano sulla qualità del rapporto. “Relazioni tossiche escluse, i risultati del nostro studio potrebbero aiutare i partner innamorati a migliorare il modo in cui litigano, - spiega Sarah Dermody, a capo dell’indagine. - Un obiettivo centrale della terapia di coppia è l'apprendimento di competenze per comunicare in modo più efficace sui conflitti e il nostro esperimento aiuta a evidenziare l'importanza di mantenere comportamenti di supporto e positivi quando si discute di conflitti all’interno delle relazioni".
Quindi litigare fa bene? Sì, se si capisce il segreto per farlo in modo costruttivo. “L’atteggiamento positivo o negativo del partner influenzano notevolmente le risposte dell’altro, - spiegano gli studiosi. - I comportamenti positivi, seppure non concordi con il pensiero del partner, possono essere di supporto o orientati alla risoluzione del problema, mentre gli atteggiamenti negativi trasmettere solo invece ostilità e critiche”.
I ricercatori hanno scoperto che i comportamenti come tono della voce, atteggiamento del corpo, parole scelte per farsi valere in modo positivo di una persona tendevano a suscitare risposte positive dall'altra, anche nei momenti difficili della discussione. Nel frattempo, i comportamenti negativi erano fortemente correlati a reazioni negative e alla chiusura del partner. I ricercatori svelano anche che le coppie con uno stile di interazione più positivo acquisiscono più sintonia col passare del tempo passato a discutere: “La risposta più comune del partner quando si discute di un conflitto è quella di rispecchiare il comportamento a cui sta rispondendo - per esempio, negativo genera negativo. Questo significa che le coppie rispecchiano il tipo di comportamento a cui rispondono durante i litigi e il suggerimento è di mantenere comportamenti di supporto e positivi quando si litiga con un partner di cui si è innamorati. Insomma far valere le proprie ragioni e il proprio disappunto senza assumere un atteggiamento ostile, anche se risulta spontaneo sul momento stare sulla difensiva”.
La gestione delle tensioni è anche tra le ragioni principali per cui le coppie chiedono aiuto ai terapeuti e la soluzioni non è evitare di litigare ma imparare a farlo bene anche per Julie e John Gottman, psicologa di fama mondiale lei e studioso di ‘stabilità matrimoniale’ alla Washington University lui, oltre che coniugi ed autori del nuovo libro ‘D’amore e non d’accordo. Quando litigare rafforza la coppia’ (in uscita l’11 marzo, Raffaello Cortina editore). Il volume contiene i risultati del loro ‘love lab’ dove sono passate centinaia di coppie in crisi tanto da poter dichiarare senza alcun dubbio che ‘abbiamo scoperto che i primi tre minuti di un litigio impostano il tono per il resto della conversazione e possono predire lo status della relazione sei anni dopo’ (quindi rottura o amore duraturo).
“Il problema è ‘il loop delle litigate’: le coppie spesso litigano più e più volte, quasi seguendo un copione, senza risolvere nulla, - dicono gli esperti che hanno anche mappato l’iter dei litigi. “Come in qualunque relazione anche nella coppia i conflitti sono inevitabili e necessari, e se è vero che molti non sono sempre risolvibili, sapere come affrontarli può trasformare i momenti di tensione in occasioni per accrescere la connessione e l’intimità, - spiegano gli autori. - Sulla base di oltre trent’anni di osservazioni su migliaia di coppie, siamo riusciti a individuare i fattori che determinano il successo o il fallimento delle relazioni”.
Nel volume molti strumenti pratici — esercizi, schede e perfino una guida rapida — per imparare ad evitare i comportamenti che alimentano i litigi tossici e acquisire le competenze necessarie per affrontare positivamente il conflitto”. Le coppie che non litigano non esistono, assicurano gli autori, oppure si stanno allontanando perché svelano di non avere nessun interesse l’uno nei confronti dell’altro.
Come si fa a litigare in modo costruttivo?
Prima di tutto riflettendo sui 9 errori più comuni, elencati da Julie e John Gottman:
rimuginare sui risentimenti per troppo tempo prima di far emergere un problema;
iniziare in maniera aggressiva, criticando.
Non sapere come autoconsolarsi per cui ci si sente sopraffatti e sommersi dalle emozioni.
Inoltre porsi sulla difensiva;
non fermarsi a comprendere la ragione effettiva dietro al litigio;
non notare o rifiutare i tentativi del partner di riparare la situazione e di incontrarsi a metà strada;
non sentirsi in grado di trovare un compromesso senza la sensazione di aver rinunciato a troppo
e, inoltre, scusarsi troppo velocemente perché si vuole solamente che il litigio termini.
Elemento aggravante, infine, ignorare i litigi passati. Non se ne parla, non si impara nulla, si desidera solo superarli. Il risultato finale?: Ci si ferisce a vicenda.
I litigi vanno elaborati e per ogni errore esistono perfino degli esercizi, messi a punto e descritti nel libro dai Gottman.
Riuscire ad uscire dai vecchi schemi che emergono nei litigi, creando insieme un nuovo schema, è la soluzione. “Quando iniziavamo a percepire che un litigio sul “nulla” stava degenerando, ci fermavamo e ci domandavamo: perché questa situazione sta degenerando? Per cosa stiamo effettivamente litigando? Che cosa c’è alla base? Cosa possiamo modificare nel modo in cui ci parliamo?” - riferisce una coppia che di litigio in litigio si è innamorata di più iniziando a utilizzare ciascun diverbio che cominciava a sfuggire al controllo come una sorta di finestra o di microscopio e a guardarci dentro. “Cosa sta davvero accadendo in questa modalità? Che siete sulla strada giusta e – promettono i Gottman - litigherete ancora ma avrete dei buoni litigi”.
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