Ancora oggi la dislessia (disturbo specifico di apprendimento che si manifesta con una minore correttezza e rapidità nella lettura rispetto a quanto atteso per età anagrafica e istruzione ricevuta) pur riguardando quasi un alunno per classe in Italia e circa 3 milioni di persone, resta poco conosciuta sia dai genitori che dai ragazzi. Per questo spesso viene diagnosticata tardi, con il rischio di crisi di autostima e episodi di bullismo. E' uno dei motivi alla base delle creazione di "Le Cronache di Nanaria", prima serie tv rivolta ai giovanissimi che esplora l'universo della dislessia, prodotta da Rai Kids e Aurora tv, andrà in onda dal 3 aprile tutti i giorni alle ore 14.10 e 19.10 su Rai Gulp e, in anteprima su RaiPlay dal 31 marzo. Nel racconto Nanaria è Arianna (Valentina Filippeschi), undicenne brillante e sognatrice, che alle elementari ha avuto problemi di rendimento, accompagnati dalle prese in giro di alcune compagne di classe. Attraverso un video diario la bambina racconta il suo tragicomico ingresso alle medie con le disavventure scolastiche dovute anche al suo disturbo ma soprattutto la scoperta del corso di teatro, attività che sembrerebbe la meno indicata per lei. E' così che Arianna incontra Nora (Francesca Carrain), un'insegnante attenta e pronta all'ascolto, e alcuni compagni con cui trova la forza per superare ogni difficoltà. La bambina scopre che il problema che aveva incontrato nella scuola primaria ha un nome, dislessia: inizia così a conoscerlo e comprenderlo. Anche grazie alle improvvisazioni ed esercizi di immedesimazione, Arianna impara a esprimere tutto il suo potenziale di creatività e ad accettarsi sempre di più. La serie composta da 15 episodi di 25 minuti, è diretta da Matteo Gentiloni (Mollami) e ha nel cast, fra gli altri, anche Giulietta Rebeggiani, Martina Galluccio, Azzurra Dottori, Nicolò Medori, Niccolò Miscusi, Luca Charles Brucini, Chiara Tomarelli e Riccardo Marzi Le cronache di Nanaria, che ha il patrocinio di Ais (Associazione Italiana Dislessia), "non solo vuole informare e sensibilizzare su questa tematica con un linguaggio corretto e vicino ai ragazzi, ma anche superare lo stigma legato a questo disturbo dell'apprendimento - spiegano i realizzatori - mettendo in scena con leggerezza ed ironia temi universali durante la crescita, come la scoperta e l'accettazione di sé e dell'altro, l'importanza della solidarietà e dell'amicizia, l'esplorazione delle proprie capacità e la scoperta dei propri talenti".
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