In Italia si stimano 2,6 milioni
di auto circolanti con livelli sospetti di emissioni di ossidi
d'azoto (NOx). Di questi, 1.9 milioni hanno livelli di emissioni
estremi e quasi certamente usano un dispositivo di manipolazione
delle emissioni. È la denuncia dell'International Council on
Clean Transportation (Icct), l'organizzazione all'origine dello
scandalo Dieselgate del 2015, che ha pubblicato un nuovo
rapporto sulla 'rivalutazione dell'eccesso di NOx dalle auto
diesel europee'. In Ue e Regno Unito, l'Icct stima che siano in
uso 19 milioni di veicoli con emissioni sospette e 13 milioni di
veicoli con emissioni estreme.
L'analisi dell'Icct, da cui nel 2014 partì la denuncia che ha
innescato l'anno dopo lo scandalo, si basa sui risultati dei
test e le interviste di sorveglianza del mercato condotte dalle
autorità di regolamentazione per capire quanti modelli di
veicoli potrebbero avere dispositivi di manipolazione. Il focus
è sulle auto diesel Euro 5 ed Euro 6 prodotte prima
dell'adozione dei test in condizioni di guida reali (2017).
Secondo le rilevazioni Icct, livelli di emissione di NOx
sospetti sono stati rilevati nel 77% dei test, con utilizzo
probabile di un impianto di manipolazione proibito. Livelli
estremi di emissioni sono stati riscontrati nel 40% dei test,
con presenza quasi certa di un dispositivo di manipolazione
proibito. Secondo lo studio, più di 200 modelli di veicoli
testati, inoltre, mostrano emissioni di NOx elevate, superiori
alla soglia definita "sospetta". E 150 modelli di veicoli
mostrano emissioni superiori alla soglia definita "estrema". Dal
2009 al 2019, sottolinea l'Icct, sono state vendute in Europa
circa 53 milioni di auto diesel certificate Euro 5 ed Euro 6. La
maggior parte di esse è tuttora in funzione e continua a
emettere livelli elevati di NOx.
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