La 'life company' A2A impegnata sui fronti dell'energia e dell'ambiente rivoluziona i sistemi di ricarica delle auto elettriche creando una ampia rete di colonnine rapide ad un vastissimo network di punti a bassa potenza. Lo ha descritto all'ANSA l'amministratore delegato e direttore generale di Gruppo A2A Renato Mazzoncini a margine dell'inaugurazione a Brescia della prima infrastruttura di questo tipo.
Denominate City Plug, le nuove prese A2A hanno la potenzialità - per costo e facilità d'installazione - di diventare "così capillari nelle città da banalizzare perfino lo stallo riservato all'elettrico rispetto a quelli normali - ha detto Mazzoncini - visto che una struttura da 100mila euro a colonnina ha bisogno di uno stallo riservato" mentre ad una "che costa poco più di 1.000 euro per ogni presa è possibile anche non dedicare lo stallo". Mazzoncini ha ricordato che A2A è "il terzo player italiano per le infrastrutture di ricarica" ma che non aveva ancora progettato un suo hardware che ora abbiamo realizzato facendo ricorso all'innovazione interna". Alle City Plug si è arrivati dopo "questa semplice riflessione - ha spiegato l'ad di A2A - e cioè che se nel 2030 dobbiamo avere 3 milioni di punti di ricarica in Europa e più di 100mila in Italia non possiamo andare avanti a sviluppare solo colonnine che costano così tanto. E con il mio team abbiamo provato a ragionare attorno al concetto della ciabatta: nessuno infatti in casa ha una presa per ogni elettrodomestico, per averla dovrebbe chiamare un muratore e spaccare tutto per avere un risultato brutto e costoso". Mazzoncini ha ribadito che "la colonnina non è solo una presa ma ha una sua elettronica. Quindi per innovare abbiamo immaginato di utilizzare un armadietto unico con l'elettronica (la presa domestica nel caso della ciabatta ndr) e poi di collegare più dispositivi piccoli che abbiano solo una presa e ovviamente un'interfaccia digitale per la carta o l'App". A2A ha chiesto a Giugiaro Architettura di collaborare sul design, che doveva essere anche robusto "perché la colonnina deve stare in città". Ne è nato un dispositivo in cui "una batteria di 7 paline City Plug che sono 14 punti di ricarica ha una potenza complessiva di 33 kW distribuita fino a 7 kW per ogni presa, questo in funzione di quante macchine ci sono".
Mazzoncini ha spiegato che questa soluzione a bassa potenza è ideale per soddisfare le esigenze "del classico commuter che si fa 30-40 km, arriva a casa la sera, parcheggia l'auto e la trova carica alla mattina. Tra l'altro una presa di 7 kW in un'ora ti consente di fare 50 km, in due ore 100, in tre ore 150 km al giorno".
Per diffondere maggiormente i City Plug - ha detto l'ad di A2A - " si potrebbero usare anche i pali della luce per mettere le prese visto che questo tipo di tecnologia permette di collocare tutto all'interno di pali normalissimi. L'obiettivo è fare in modo che il cittadino che viaggia con un'auto elettrica possa arrivare nella zona dove parcheggia di solito, poi guardare con l'App e trovare una presa vicina". Questa radicale Innovazione richiede però adeguati investimenti. Ecco perché Mazzoncini auspica che "dal Governo vengano dedicate risorse nel Pnrr anche per questo. Oggi le risorse sono prevalentemente o esclusivamente per le ricariche veloci in autostrada; c'è un'esigenza in termini urbani da colmare".
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