Convocare urgentemente un tavolo
interministeriale Ambiente e Imprese e made in Italy con gli
operatori per garantire un futuro circolare alla filiera della
raccolta e riciclo dei pneumatici fuori uso (Pfu) che rischia di
bloccarsi, a causa dell'assenza di mercati di sbocco per i
materiali ottenuti dal loro trattamento e riciclo. Lo chiedono
Ecopneus (che riunisce le aziende produttrici di pneumatici che
operano in Italia) e Unirigom (Unione recuperatori italiani
della gomma) che aderisce ad Assoambiente. Le due
associazioni denunciano una situazione critica per gli operatori
che "verrà a determinatasi dopo il probabile stop europeo
all'uso di gomma riciclata nei campi da calcio in erba
sintetica, un'eccellenza italiana" e "senza mercati di sbocco
per il riciclo, gran parte delle 370mila tonnellate trattate
ogni anno in Italia rischia di finire termovalorizzata fuori
dall'Ue". Nell'ambito del convegno dal titolo "Il futuro
dell'economia del Paese: circolare come uno pneumatico fuori uso
- Nuove prospettive per la filiera dei Pfu, strategica per gli
obiettivi nazionali e globali di sostenibilità", sono stati
chiesti, tra l'altro, la revisione dell'attuale decreto "end of
waste" per la gomma granulare vulcanizzata, il sostegno al
riciclo chimico dei pfu, la diffusione degli asfalti con
polverino di gomma. Attualmente, il sistema nazionale di
rintracciamento, raccolta e riciclo gestisce circa 370.000
tonnellate di pneumatici per autovettura, autocarro e moto ogni
anno" di cui circa il 52% della gomma viene avviato a recupero
energetico, mentre le restanti 160.000 tonnellate (48%) sono
destinate a recupero di materia e trasformate in gomma riciclata
per superfici sportive, asfalti stradali, pavimentazioni
antitrauma e sistemi antivibranti, ma anche energia,
principalmente presso cementifici, in Italia e all'estero, è
stato spiegato.
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