La strada di Toyota per diventare carbon neutral passa anche attraverso l'idrogeno, visto che il brand giapponese ha deciso di non percorrere, unicamente, la via dell'elettrico a batteria. D'altronde, "il beneficio dell'idrogeno - afferma Fabio Orecchini, professore universitario, ingegnere e giornalista - è quello di realizzare tutti gli usi finali dell'energia: dall'auto, al camion, passando per i treni, e l'utilizzo domestico generando calore ed elettricità. Inoltre, consente di potere pulire tecnologie storicamente pensate per funzionare con combustibili fossili, si pensi ad aerei o navi, con crescenti percentuali di idrogeno". Per Toyota, citando le parole di Andrea Saccone, corporate affairs & sustainability senior manager in Toyota Motor Europe, "l'idrogeno è una realtà, non una prospettiva che deve ancora realizzarsi". Infatti, dal 2015 è stata avviata la produzione in serie della Mirai, alimentata ad idrogeno, giunta alla seconda generazione.
L'auto in questione, che emette gocce d'acqua, e si rifornisce in 5 minuti, per avere un'autonomia di 650 km, è stata venduta in 22.000 unità, e più avanti sarà affiancata da un secondo modello ad idrogeno basato sulla Hilux. Attualmente, a Parigi ci sono più di 400 Mirai utilizzate come taxi, che diventeranno 600 entro il 2024, mentre ad Amburgo sono 25, ed a Copenaghen 100. Lo studio delle applicazioni per questo carburante sostenibile da parte della casa giapponese non esclude delle varianti con motori a combustione interna, come avviene nel motorsport e non solo.
"Nel campionato endurance giapponese corre una Corolla con motore termico alimentata ad idrogeno - aggiunge Saccone - ed una Corolla Cross con questa tecnologia è arrivata al 50% dello sviluppo. Quindi, la possibilità di vendere dopo il 2035 veicoli a combustione interna con carburante ecologico rappresenta una opportunità che Toyota non vuole precludersi". L'idrogeno però è utile anche a livello di trasporto pubblico, così, con il partner Caetano bus, Toyota realizza autobus ad idrogeno dei quali ne sono stati venduti già 120. Dall'anno prossimo, il brand fornirà la tecnologia fuel cell a Daimler per realizzare autobus, e, inoltre c'è già una sinergia in atto anche con Menarini, sempre per la costruzione di autobus. Ma non è tutto, perché Toyota produce anche carrelli elevatori alimentati ad idrogeno che rappresentano circa il 25% sul globale; e, dal prossimo anno, con Hyliko inizierà a costruire motrici ad idrogeno per il trasporto pesante. L'utilizzo dell'idrogeno è stato esteso anche al comparto navale, e persino alla realizzazione di gruppi elettrogeni. Rimane il discorso relativo ai punti di approvvigionamento dell'idrogeno, considerato che "in Europa ci sono circa 100 stazioni di rifornimento - continua Saccone - ed è stato raggiunto un accordo politico per averne una ogni 200 km sulle direttrici di comunicazione principali".
Questo vuol dire che In Italia dovrebbero esserci circa 70-80 stazioni di idrogeno entro il 2030, ma per il momento, ne esiste una a Bolzano ed una a Venezia. "Il pnrr ha previsto investimenti importanti anche sull'idrogeno, ci sono i primi 36 progetti di stazioni di rifornimento che potranno essere realizzati entro il 2026 - conclude Saccone - e prevede investimenti per autobus a zero emissioni, che, nel caso dell'idrogeno, comprendono anche le infrastrutture di rifornimento. Ma, al momento, c'è il vincolo che siano utilizzate solo per gli autobus".
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