Il rialzo delle quotazioni delle
materie prime frena l'utile annuale di Toyota, in calo per la
prima volta in quattro anni.
La prima casa auto mondiale tuttavia prevede un miglioramento
della catena produttiva con la graduale stabilizzazione delle
forniture di chips per l'intero settore. Nell'anno fiscale
concluso a fine marzo il risultato netto è sceso del 14% a 2.450
miliardi di yen (16,6 miliardi di euro), superando comunque le
stime degli analisti; mentre l'utile operativo ha mostrato una
flessione del 9% a 2.730 miliardi di yen. Il progressivo aumento
delle immatricolazioni, assieme alla svalutazione dello yen,
spingono tuttavia i ricavi a livelli record, con un fatturato di
37.150 miliardi di yen, equivalenti a 250,6 miliardi di euro.
Toyota ha venduto oltre 10 milioni e mezzo di autovetture al 31
marzo di quest'anno, inclusi i marchi Daihatsu e Hino Motors, e
prevede un incremento a 11,4 milioni di veicoli per l'esercizio
in corso.
Per l'anno fiscale 2022-2023 il costruttore nipponico stima
un aumento dell'utile del 5% a 5.580 miliardi di yen, a fronte
del miglioramento delle disponibilità dei semiconduttori e in
generale nella logistica e dell'indotto negli stabilimenti di
produzione. In coincidenza del nuovo cambio al vertice deciso a
inizio anno - con la nomina del 53enne Koji Sato al posto del
nipote del fondatore, Akyo Toyoda, l'azienda ha annunciato
un'accelerazione nella ricerca e lo sviluppo delle auto con
motore elettrico (EV) e i veicoli ibridi. In questa direzione
Toyota stima un radicale incremento delle vendite di auto
elettriche, a 1,5 milioni di unità entro il 2026, rispetto alle
appena 20.000 del 2022.
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