Imembri del Parlamento del Regno Unito sono stati informati da esperti consulenti che il futuro del settore automobilistico britannico è minacciato perché non ha sviluppato un'industria delle batterie elettriche. Ed ora lanciano l'allarme perché la mancanza di gigafabbriche e lo sviluppo di componentistica per le auto elettriche significa che il Regno Unito "non ha un team che può partecipare nella corsa globale alla produzione delle batterie".
A richiamare l'attenzione su questo problema sono stati i membri del comitato per le imprese e il commercio e che hanno esaminato le relazioni di Simon Moore, amministratore delegato di Benchmark Mineral Intelligence, di Jeff Townsend fondatore della Critical Minerals Association e di Paul Lusty, direttore del Critical Minerals Intelligence Centre del Regno Unito.
Proprio Moore ha dichiarato: "Il Regno Unito è molto indietro rispetto a questa corsa globale alla produzione delle batterie.
E mentre gli Stati Uniti, che si sono messi d'accordo con l'Inflation Reduction Act, vanno davvero avanti con gli impianti di batterie e le catene di approvvigionamento per alimentarli".
Il Regno Unito rappresenta lo 0,2% della capacità mondiale di celle agli ioni di litio. Ci sono stati tentativi di entrare nel mercato mondiale delle batterie per veicol, n particolare con la startup Britishvolt. La società mirava a produrre batterie per veicoli elettrici e aveva raggiunto lo status di 'unicorno', con un valore di oltre 1 miliardo di dollari.
All'inizio di quest'anno è però passata in amministrazione controllata e l'ìimpianto di produzione pianificato è ancora in costruzione. Ad oggi, il Regno Unito ha in funzione un solo impianto di batterie su piccola scala di proprietà cinese. Secondo l'associazione di categoria del Regno Unito, la Society of Motor Manufacturers and Traders (Smmt) rispetto agli oltre 180.000 lavoratori in ruoli di produzione legati al settore automobilistico ci sono segnali di pericolo per circa 100.000 posti di lavoro.
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