Nei migranti il tasso di partecipazione agli screening oncologici "è significativamente più basso. Non dobbiamo dimenticare la resistenza rappresentata dall'imbarazzo, dalla scarsa informazione, dal pregiudizio di gran parte della popolazione immigrata, che considera una violazione l'esplorazione del proprio corpo. Il Piano Oncologico Nazionale 2023-2027 riconosce al migrante lo status di fragile e identifica, tra gli obiettivi strategici, l'aumento della copertura vaccinale e l'adesione consapevole alle campagne di screening. Serve un Piano della Prevenzione che consideri le diversità dei migranti". Lo ha affermato il presidente della Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), Francesco Perrone, alla Giornate dell'etica Aiom dedicate al tema 'Oncologia e immigrazione'.
Non solo cure e assistenza agli immigrati in Italia. Forte è infatti l'impegno dell'Aiom anche nei Paesi in via di sviluppo o in maggiori difficoltà. "Nel 2023, Aiom ha costruito un ponte della ricerca con il Perù e il Sud America, condividendo le linee guida sui principali big killer. L'obiettivo è stato promuovere anche in questi Paesi l'oncologia di precisione - conclude Saverio Cinieri, presidente Fondazione Aiom -. Nel 2025, una delegazione di Fondazione Aiom andrà in Tanzania, all'Ospedale Bugando Medical Center di Mwanza.
L'Oncologia medica in questa città è operativa dal 1999, grazie a un'iniziativa di Dino Amadori, past president Aiom. In questi anni la nostra società scientifica ha svolto un ruolo importante nella crescita culturale dei professionisti in Tanzania, attraverso il contatto diretto con oncologi italiani al Bugando Medical Center e grazie alla loro frequenza periodica in centri del nostro Paese". Una collaborazione, conclude Cinieri, "che ha portato, nel 2022, all'inaugurazione del Mwanza Cancer Center. Vogliamo continuare a sostenere l'attività clinica e promuovere la ricerca scientifica, intensificando i rapporti con i professionisti tanzaniani".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA