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Nuove norme salva-lavoro per 4 milioni di malati oncologici in Italia

Nuove norme salva-lavoro per 4 milioni di malati oncologici in Italia

Permessi più lunghi contro licenziamenti. Perrone (Aiom), ad oggi un milione i guariti

ROMA, 27 marzo 2025, 09:34

Redazione ANSA

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uffici, lavoro - RIPRODUZIONE RISERVATA

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Dopo la legge sull'oblio, arriva un altro importante passo avanti per i pazienti oncologici: la Camera ha dato il primo via libera a nuove norme 'salva-lavoro' che prevedono permessi più lunghi e maggiori tutele per gli oltre 4 milioni di italiani colpiti da tumore. Una svolta significativa per le associazioni di pazienti e per il presidente dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) Franco Perrone, il quale ricorda che sono sempre di più i pazienti che, grazie alle cure, ritornano alla piena operatività e che ad oggi in Italia si registrano oltre un milione di guariti.

Le novità sono contenute in una proposta di legge che la Camera ha approvato in prima lettura all'unanimità e che introduce misure sul diritto alla conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da patologie oncologiche, invalidanti, e croniche. Prevista una copertura annua di 20 milioni di euro. Inoltre, le nuove norme consentono ai genitori con figli malati di usufruire di permessi per assistere il loro caro. A chiarire la portata del provvedimento, che ora passa al Senato, è la coordinatrice del Gruppo 'La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere' che rappresenta oltre 50 associazioni di pazienti, e presidente di Salute Donna Odv, Annamaria Mancuso: "La legge - afferma - garantisce che i lavoratori non perdano il posto di lavoro durante il periodo di malattia, offrendo loro maggiore sicurezza e stabilità professionale. Infatti, in passato molti lavoratori dopo il periodo di comporto di sei mesi, ovvero il periodo di tempo durante il quale il lavoratore ha diritto alla conservazione del posto, venivano licenziati. Oggi invece, grazie a questo provvedimento, a fronte della retribuzione entro i primi sei mesi di assenza, per i mesi successivi il lavoratore potrà chiedere di assentarsi per ulteriori 18 mesi, senza retribuzione ma avendo garantito il posto di lavoro". Il posto si potrà dunque conservare per 24 mesi ed il periodo di congedo potrà essere continuativo o frazionato. Non solo: la pdl prevede anche un incremento di 10 ore di permessi retribuiti per tutti i pazienti fragili che sono soggetti a visite ed esami ravvicinati. Così, le 18 ore annue che erano fino ad oggi a disposizione diventano 28. "Un risultato - plaude Mancuso - frutto del lavoro del Gruppo fin dalla passata legislatura, che risponde alle esigenze di questi malati".

Un grande passo avanti anche secondo Perrone, perchè per i pazienti oncologici la tutela del posto di lavoro è cruciale tenendo conto delle prospettive che la scienza e la ricerca rendono possibili, con circa tre milioni e mezzo di persone che sono vive dopo una diagnosi di tumore ed un milione che può considerarsi guarito. "E' bello che il Parlamento ancora una volta voti all'unanimità - afferma all'ANSA - un provvedimento che serve a estendere le tutele dei malati oncologici. E' già avvenuto con la legge sull'oblio oncologico e ci auguriamo continui ad accadere". Il lavoro è un tema cruciale: "Le conseguenze sui rapporti di lavoro - spiega il presidente Aiom - sono tra le maggiori cause di ansia e di danno economico per chi si ammala di cancro, e la perdita del lavoro è uno dei maggiori determinanti della tossicità finanziaria, ovvero del danno economico causato dalla malattia, fenomeno che colpisce oltre il 30% dei malati di tumore".

Il mantenere il posto di lavoro, chiarisce, "è determinante in un'epoca i cui uno degli obiettivi delle terapie oncologiche è restituire la piena operatività a chi si ammala e viene curato". Dopo la legge sull'oblio oncologico - che sancisce il diritto delle persone guarite da un tumore di non fornire informazioni né subire indagini in merito alla propria pregressa condizione patologica con l'obiettivo di evitare ogni forma di discriminazione - questo provvedimento rappresenta un "ulteriore progresso". Ora, conclude Perrone, "altra fondamentale battaglia da continuare a portare avanti è quella per l'equità di accesso alle cure nelle regioni con tempi certi e celeri per tutti pazienti sul territorio nazionale".
   

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