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In Sicilia è caccia ai primi Sapiens del Mediterraneo

In Sicilia è caccia ai primi Sapiens del Mediterraneo

Sotto la lente alcune grotte nel sud-est dell'isola

02 novembre 2024, 07:08

di Elisa Buson

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Un momento delle ricerche condotte in Sicilia dai ricercatori della Washington University a St Louis (fonte: Ilaria Patania) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un momento delle ricerche condotte in Sicilia dai ricercatori della Washington University a St Louis (fonte: Ilaria Patania) - RIPRODUZIONE RISERVATA

In 28 grotte terrestri e marine della Sicilia sudorientale è caccia aperta alle tracce di quelli che potrebbero essere tra i più antichi insediamenti di Homo sapiens nel Mediterraneo: due in particolare, grotta Corruggi e grotta Campolato in provincia di Siracusa, potrebbero contenere resti risalenti al Paleolitico superiore utili a ricostruire l'espansione dei nostri antenati nella regione. Lo indica uno studio pubblicato sulla rivista Plos One da un team internazionale, guidato dall'archeologa siciliana Ilaria Patania della Washington University a St.Louis, a cui hanno partecipato anche esperti dell'Università di Catania, del Museo Civico di Storia Naturale di Comiso e del Consiglio nazionale delle ricerche.

 

Un momento delle ricerche condotte in Sicilia dai ricercatori della Washington University a St Louis (fonte: Ilaria Patania)

 

"Quello che stiamo cercando non è solo la prima persona ad essere arrivata, ma la prima comunità", spiega Patania. "Comprendere i tempi della colonizzazione iniziale della Sicilia fornisce dati cruciali per ricostruire la prima espansione dell'Homo sapiens nel Mediterraneo". La Sicilia sarebbe stata infatti la prima isola occupata in modo permanente dai Sapiens, arrivati probabilmente dall'Italia continentale. Resta però da capire come potrebbero essersi poi spostati verso altre isole come ad esempio Malta.

Per cercare nuovi indizi, i ricercatori hanno esaminato una ventina di grotte siciliane scoperte per lo più tra il 1870 e gli anni '90; hanno inoltre vagliato documenti e fotografie d'archivio e intervistato subacquei e pescatori locali. Ulteriori indagini sono state condotte in aree costiere ancora inesplorate, arrivando così a individuare alcuni siti sommersi che contengono informazioni preziose per ricostruire gli ambienti naturali che ospitavano questi nostri antenati. Tra i siti oggetto di rianalisi, due in particolare contengono sedimenti archeologici potenzialmente importanti. Corruggi "è dove un secondo ponte di terra avrebbe collegato la Sicilia con Malta", precisa Patania. "Quando abbiamo ispezionato questo sito, abbiamo trovato denti di un asino selvatico europeo e utensili in pietra. Analizzare i resti di questo sito potrebbe darci un'idea dell'ultima tappa del viaggio umano verso sud, nella costa più meridionale della Sicilia e verso Malta". A Campolato, invece, sono state trovate prove di un antico terremoto: la speranza è che possano aiutare a capire come i nostri antenati hanno reagito a grandi eventi naturali.

 

Un momento delle ricerche condotte in Sicilia dai ricercatori della Washington University a St Louis (fonte: Ilaria Patania)

 

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