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I ghiacciai delle Dolomiti oltre la linea di non ritorno

I ghiacciai delle Dolomiti oltre la linea di non ritorno

Securo (Cnr e Ca' Foscari): 'spariranno entro qualche decade'

27 marzo 2025, 19:10

di Benedetta Bianco

ANSACheck
La Marmolada, ghiacciaio simolo delle Dolomiti, nel 2015 (fonte: DarTar da Wikimedia CC BY 3.0) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La Marmolada, ghiacciaio simolo delle Dolomiti, nel 2015 (fonte: DarTar da Wikimedia CC BY 3.0) - RIPRODUZIONE RISERVATA

I ghiacciai delle Dolomiti sono ormai oltre il punto di non ritorno: si trovano, infatti, al di sotto della cosiddetta linea di equilibrio glaciale, e ciò significa che non possono più accumulare neve per rifornirsi. "Non sono più in equilibrio con il clima odierno: salvo annate particolarmente nevose, non hanno più zone di accumulo", dice all'ANSA Andrea Securo di Università Ca' Foscari di Venezia e Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che ha guidato lo studio in via di pubblicazione sulla rivista The Cryosphere. "Non c'è scampo - sottolinea il ricercatore - spariranno nel giro di qualche decade, anche se è impossibile dire esattamente quando".

La ricerca, alla quale per l'Italia hanno partecipato anche il Comitato Glaciologico Italiano di Torino, l'Università di Roma Tre, l'Agenzia per la Prevenzione e la Protezione Ambientale (Arpa) del Veneto e la Società Meteorologica Alpino-Adriatica, è riuscita, per la prima volta, a quantificare il volume di ghiaccio che è andato perduto negli ultimi 40 anni.
Non solo la Marmolada, dunque, il ghiacciaio simbolo delle Dolomiti che scende lungo il versante della montagna più alta, ma anche tutti gli altri rimasti sono destinati a frammentarsi e poi sparire.

"Le Dolomiti sono state oggetto di numerosi studi, ma i ghiacciai di questa regione sono spesso rimasti ai margini dell'esplorazione scientifica, ad eccezione di quello della Marmolada", commenta Renato Colucci del Cnr-Isp, co-autore dello studio. "I dati disponibili in merito alla loro evoluzione nel corso del tempo - continua - sono stati finora estremamente frammentari".

Per colmare le lacune presenti nei dati disponibili su questi ghiacciai, i ricercatori hanno utilizzato due diversi metodi: per il periodo che va dagli anni '80 al 2010 sono riusciti a estrapolare informazioni dalle immagini aeree storiche, mentre per il periodo successivo fino al 2023 è stato possibile sfruttare anche le immagini ottenute con i droni o dagli elicotteri, che hanno permesso un'elevata risoluzione e accuratezza.

Al 2023, ultimo anno preso in esame dallo studio, si contavano 9 ghiacciai, anche se la frammentazione della Marmolada in 4 corpi distinti porta il numero totale a 12.
"L'area totale di questi ultimi 12 ghiacciai - afferma Securo - è passata da poco più di 4 chilometri quadrati negli anni '80 a poco meno di 2 chilometri quadrati oggi con una perdita del 56%, di cui il 33% a partire dal 2010. Il ghiacciaio che ha subito la riduzione maggiore è quello della Fradusta - aggiunge - che ha visto una diminuzione di spessore medio di 50 metri ed una riduzione areale del 90%". Il ghiacciaio della Fradusta si trova su una delle principali vette delle Pale di San Martino, in provincia di Trento.

Analizzando i dati sulle temperature, lo studio ha inoltre evidenziato che in quest'area c'è stato un aumento di circa 2 gradi in 40 anni, circa 0,5 gradi in più ogni decennio. Allo stesso tempo, è stato registrato un aumento delle precipitazioni nevose ma solo in alta quota: questo fenomeno non è stato quindi sufficiente a controbilanciare la sempre crescente fusione del ghiaccio dovuta a estati sempre più lunghe e sempre più calde. 

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