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A rischio estinzione le foreste marine entro il 2100

A rischio estinzione le foreste marine entro il 2100

Ricercatori atenei Helsinki e Pisa: 'Colpa emissioni gas serra'

PISA, 28 ottobre 2024, 12:08

Redazione ANSA

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Se non ci saranno interventi per mitigare subito le emissioni di gas serra, le foreste macroalgali e le fanerogame (fra cui la Posidonia oceanica, una pianta superiore endemica del Mediterraneo) sono a rischio estinzione già entro il 2100 e il riscaldamento globale rischia di provocare a livello mondiale una riduzione fra l'80 e il 90% degli ambienti adatti alla sopravvivenza di queste specie, che potranno trovare rifugio solo nelle regioni polari. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications e condotto dalle Università di Helsinki e di Pisa, dall'Ispra e dal Centro di eccellenza australiano per la biodiversità e il patrimonio naturale (Cabah).
    Attraverso modelli statistici, spiega una nota dell'ateneo pisano, "la ricerca ha mappato la distribuzione di 207 specie, 185 macroalghe brune e 22 fanerogame, a partire dal 2015 con proiezioni annuali sino alla fine del secolo: questi organismi, presenti attualmente in grande quantità sulle coste (le macroalghe occupano 2,63 milioni di kmq e le fanerogame 1,65), sono essenziali per la vita marina perché producono ossigeno attraverso la fotosintesi, immagazzinano anidride carbonica, contribuiscono a mantenere una elevata biodiversità, fanno da 'nursery' a numerose specie di pesci e crostacei di interesse commerciale e proteggono dall'erosione costiera".
    Secondo Lisandro Benedetti-Cecchi del dipartimento di Biologia dell'Università di Pisa, "nel Mediterraneo queste sono costituite prevalentemente da alghe brune arborescenti del genere Cystoseira, piante le cui 'chiome' si innalzano dal fondo per alcune decine di centimetri formando delle vere e proprie foreste in miniatura e con Posidonia oceanica sono una riserva di energia che alimenta il funzionamento dell'intero sistema marino costiero e in ultima analisi la nostra vita sulla terraferma". Ma il cambiamento climatico, osservano gli studiosi, avrà un impatto non uniforme. Secondo le stime "le foreste di macroalghe e le fanerogame diminuiranno soprattutto in Europa, nel Mar Baltico, nel Mar Nero, nella costa pacifica del Sud America, nella penisola coreana e nelle coste nord-occidentali e sud-orientali dell'Australia".
   

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