- Il ristorante Il Giglio, a Lucca, rinuncia alla stella Michelin. Nessuna polemica dichiarata nei confronti della guida rossa, ma per il giovane team "la saggezza sta nel riconoscere che è arrivato il momento di guardarsi, capirsi, e a volte reinventarsi Il Giglio è un ristorante che non è mai stato uguale a se stesso: un ristorante trasformista, curioso, in continua evoluzione, che ha saputo, da dodici anni a questa parte, portare sempre le vesti che più gli si addicevano, cambiando maschera quando si trovava davanti a un nuovo sipario.
E dove ancora l'haute cuisine è vista da molti come un lusso per pochi, il Giglio si è sempre contraddistinto per la sua cucina democratica e comprensibile, una rilettura fresca e divertente dell'atto più semplice e conviviale di tutti: lo stare a tavola".
È per questo che gli chef Benedetto Rullo, Lorenzo Stefanini e Stefano Terigi hanno deciso di guardarsi e ripensarsi lontani dai circuiti che classificano e categorizzano i ristoranti. A maggio hanno comunicato alla guida Michelin di voler rinunciare alla stella, per tornare ad essere il ristorante di una volta e mettere in scena quello per cui sono sempre stati famosi: una cucina contemporanea, giocosa, condita da un pizzico di anarchia.
"Vogliamo essere liberi di improvvisare i menu in base agli ingredienti che abbiamo a disposizione" aggiungono . "Vogliamo poter fare il lavoro che amiamo senza doverci preoccupare degli standard altrui" osserva Benedetto Rullo "Vogliamo concentrarci sui nostri clienti perché possano vivere un'esperienza culinaria informale, accessibile, ma pur sempre di altissimo livello" assicura Stefano Terigi.
"Vogliamo che il Giglio ci somigli, ci rispecchi, ci racconti.
Vogliamo che sia un ristorante in cui andremmo a mangiare tutti i giorni, dalle cene in famiglia alle occasioni speciali" conclude Lorenzo Stefanini.
Insomma, per Benedetto Rullo, Stefano Terigi, Lorenzo Stefanini, "se il meccanismo delle guide ai ristoranti che premiano l'alta cucina fa sì che, in certi casi, sia in cucina che a tavola, venga meno il diritto di sentirsi sempre a proprio agio, ecco che il Giglio fa della libertà espressiva e dell'accoglienza il suo nuovo paradigma, dando vita a un'esperienza collettiva basata semplicemente sullo star bene".
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