'Schiavi mai!' è il titolo del
libro sulle lotte dei braccianti nel Piemonte del caporalato,
scritto da Antonio Olivieri - attivista internazionale e già
segretario provinciale Filcams, Filcea e Fiom Cgil Alessandria -
e dal ricercatore torinese Boris Pesce.
Nelle pagine scorre la storia, ancora irrisolta, della
rivolta di Castelnuovo Scrivia del 2012, seguita in prima
persona da Olivieri. "Una rivolta - spiega - provocata dalla
fame di diritti cui furono costretti i lavoratori immigrati,
forzati a sopportare le durissime condizioni imposte da una rete
di possidenti terrieri senza scrupoli. La ribellione dei
braccianti rappresentò un atto d'accusa senza precedenti nei
confronti di un sistema schiavile che, dai campi alla tavola, fu
costretto a mostrarsi per ciò che era e, purtroppo, in molti
casi è ancora".
E' proprio di questi giorni la tragica morte a Latina
dell'indiano Satnam Singh. Invece di essere soccorso, dopo che
un macchinario gli aveva tranciato un braccio, è stato messo su
un pulmino e abbandonato dal padrone davanti a casa.
"Nelle campagne, da Sud a Nord, schiavismo e sfruttamento -
prosegue Olivieri - continuano a essere la prassi abituale, nel
silenzio connivente di istituzioni e organi dello Stato che,
prima, versano lacrime da coccodrillo, poi se ne dimenticano, in
tutt'altre faccende affaccendati". Per questo, è necessaria la
lotta che rivendica e afferma, "che rende protagonisti del
proprio cambiamento".
Tutti i proventi dalla vendita del libro sono destinati alla
Cassa di Resistenza dei braccianti e solidali di Castelnuovo
Scrivia.
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