Chiuso su tre lati, dai 50 ai 70
grammi di peso, pasta all'uovo per l'involucro e ricotta,
ovviamente locale, ed erbe sminuzzate per l'interno. Sono alcune
delle peculiarità che caratterizzano il tortello maremmano così
come definito nel disciplinare di produzione presentato oggi a
Grosseto da Confesercenti e dalla neonata Associazione per la
promozione e tutela del tortello maremmano. Oggi ad essere
presentato anche il Marchio collettivo geografico del Tortello
maremmano, primo passo verso il riconoscimento Igp di quello
"che è il re della cucina maremmana", si spiega.
In Italia, si ricorda da Confesercenti, ci sono 70 tipi di
tortelli differenti, "anche per questo è giusto difendere la
tipicità del nostro prodotto". "In prima istanza ci rivolgiamo
ai pastai, ai produttori, ai ristoratori - afferma il direttore
Confesercenti Andrea Biondi -. I turisti devono sapere cosa
mangiano, siamo un territorio di sagre ma non sempre si trovano
nel menù veri tortelli maremmani. Questo è l'inizio di un
percorso che deve arrivare alla certificazione Igp, è un
percorso medio lungo. Nel frattempo c'è il marchio collettivo
geografico". Massimiliano Mei, presidente dell'Associazione per
la promozione e tutela del tortello maremmano, afferma: "Questo
prodotto rappresenta la Maremma più del vino, perché il tortello
è nato qui. Era il pasto delle feste, del Natale, e si faceva
con prodotti facilmente reperibili e che quasi tutte le famiglie
contadine avevano. Il nostro è un territorio povero, la nostra
ricchezza dobbiamo cercarla nelle tradizioni, e questo è un
prodotto che non dobbiamo farci soffiare da altri. Dobbiamo
lavorare per il futuro".
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