Sarà il vigneto labirinto più grande
al mondo, si chiama "Limito" e promette di offrire, con i suoi
80 metri di diametro e quattro ingressi, un'esperienza unica per
arrivare "al cuore della vigna". A progettarlo è un'azienda
vinicola a conduzione biologica del basso Lazio, Carpineti, che
a Vinitaly 2024 ha fatto una presentazione in anteprima
digitale. E' prevista per i primi di giugno l'inaugurazione vera
e propria nella tenuta su un altopiano a 400 metri d'altezza,
contornato da boschi, cielo, e il mare in lontananza. E' la
Tenuta Antoniana dell'Azienda Agricola Biologica Marco
Carpineti, tra i Comuni di Bassiano, Sezze e Sermoneta. Qui,
una porzione di vigna di circa tre ettari, con uve di Bellone,
Abbuoto e Nero Buono, è stata ripensata completamente per dare
vita al labirinto, Limito. L'opera di land art si compone di un
elaborato disegno che ospita due spirali e un labirinto, il
tutto avvolto da un turbinio di onde, che vogliono abbracciare
chi percorre l'interno della vigna. L'idea nasce dalla volontà
di creare un vigneto in grado di includere e accogliere, di
ospitare invece che di creare barriere. PER Paolo Carpineti,
che tra i filari ci è letteralmente nato, "Il labirinto è
metafora del percorso della vita che ognuno di noi svolge
cercando di trovare la strada per il raggiungimento dei propri
sogni, della propria visione e realizzazione. Ci sono
momenti in cui sono presenti ostacoli e interruzioni, situazioni
in cui si deve cambiare direzione per imboccare finalmente
quella giusta" continua. In sostanza, il vigneto-labirinto si fa
allegoria dell'esistenza: perdersi per ritrovarsi, riflettere e
ritrovare se stessi. Una visione che per la famiglia Carpineti
si allarga al concetto di polis in cui l'opera si fa città, con
le sue vie, le sue piazze e i suoi alberi, affidata alla
progettazione dello Studio di Architettura del Paesaggio
Fernando Bernardi I vitigni piantati sono Bellone e Nero Buono,
varietà riscoperte dall'azienda quando erano praticamente
dimenticate. In vigna anche un'altra uva antichissima:
l'Abbuoto. Presente in questi luoghi già in epoca remota era il
vino bevuto dagli antichi romani. Il vitigno faceva infatti
parte del blend del vino Cecubo, decantato da Orazio e Plinio,
come antesignano della grande viticoltura.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA