Attraverso un fondo dorato Andy
Warhol conferisce al volto della sua Golden Marilyn una
sacralità del tutto paragonabile a quella dell'Angelo dalla Pala
dei cacciatori di Bartolomeo Caporali. E proprio grazie all'oro
entrambe le immagini diventano icone e sfidano l'immortalità,
costituendo due approcci alternativi ed egualmente autorevoli
all'eternità: è solo uno dei suggestivi e originali "dialoghi"
che costituiscono "L'età dell'oro", un viaggio di nove secoli di
storia dell'arte, dal Medioevo alla contemporaneità, allestito
alla Galleria Nazionale dell'Umbria di Perugia.
Dal 26 ottobre al 19 gennaio 2025 i visitatori della mostra
si troveranno davanti capolavori dorati e antichi del museo
perugino che tornano ad incontrare l'arte contemporanea.
L'esposizione, infatti, arriva a Perugia come evoluzione del
progetto realizzato a Venezia la scorsa primavera all'interno
della Galleria Giorgio Franchetti alla Ca' d'Oro con "The Golden
Way. La Via dell'Oro", pensata in concomitanza con la 60/a
Esposizione internazionale d'arte.
Ora il percorso e l'allestimento "si sono espansi", come ha
spiegato durante l'anteprima per la stampa il direttore Musei
nazionali di Perugia - Direzione regionale Musei nazionali
Umbria, Costantino D'Orazio, parlando di "un lavoro più
approfondito e articolato".
Una mostra complessa ma che soprattutto, per D'Orazio, "vuole
provocare la mente dei visitatori". "Il rapporto temporale con
opere d'arte di epoche diverse è qualcosa che scuote la mente -
ha affermato - con l'oro che ci consente di guardare alle opere
del passato con gli stessi occhi con i quali guardiamo il nostro
contemporaneo".
Maestri antichi come Gentile da Fabriano, Duccio di
Boninsegna, il Maestro di San Francesco, Niccolò di Liberatore,
Taddeo di Bartolo, Bernardino di Mariotto, il Maestro del
Trittico del Farneto e Jean du Vivier, dialogano così con
capolavori di grandi artisti contemporanei, tra i quali Yves
Klein, Alberto Burri, Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis,
Carla Accardi, Mario Ceroli, Gino De Dominicis, Marisa Merz,
Mimmo Paladino.
Ad accogliere con 50 capolavori questo affascinante
appuntamento espositivo, curato da Alessandra Mammì, Veruska
Picchiarelli e Carla Scagliosi e che si avvale del patrocinio
del Dicastero per la Cultura e l'Educazione della Città del
Vaticano, sono i due piani della Sala Podiani.
Tra le associazioni più liriche, spicca quella conclusiva fra
la Crocifissione della Pinacoteca comunale di Terni di Niccolò
di Liberatore, in cui la nota dominante è il nero, colore del
lutto e della disperazione, e la Tragedia civile di Jannis
Kounellis, dove un attaccapanni che si staglia davanti a una
parete ricoperta da lamina dorata conserva un cappello e un
cappotto nero, evocando una tragedia e diventando simbolo della
presenza dell'uomo nella storia. Di questa opera sono esposte
per la prima volta insieme le due versioni, una realizzata nel
1975, proveniente dal Kolumba, il Museo d'Arte dell'Arcidiocesi
di Colonia (Germania), l'altra realizzata nel 2009, di proprietà
della Galleria Alfonso Artiaco di Napoli.
All'interno del percorso s'incontra anche il dipinto Le tre
età (1905) di Gustav Klimt, concesso straordinariamente in
prestito dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea
di Roma, e rimasto in Umbria, dopo essere stato protagonista
alla Gnu, dal 28 giugno al 15 settembre scorsi, dell'iniziativa
"Un capolavoro a Perugia".
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