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L'abbraccio Ue a Zelensky: "L'Ucraina è l'Europa"

L'abbraccio Ue a Zelensky: "L'Ucraina è l'Europa"

Von der Leyen lancia nuovi aiuti militari e spinge sulla Difesa

BRUXELLES, 25 febbraio 2025, 09:39

Valentina Brini

ANSACheck
L 'abbraccio Ue a Zelensky: "L 'Ucraina è l 'Europa" © ANSA/EPA

L 'abbraccio Ue a Zelensky: "L 'Ucraina è l 'Europa" © ANSA/EPA

BRUXELLES - Nel cuore della notte, allo scoccare del terzo anniversario dell'inizio dell'aggressione russa, è arrivato l'annuncio di Ursula von der Leyen: l'Europa accelererà sull'invio di armi a Kiev ed è pronta ad altre sanzioni contro Mosca. Poi la conferma di nuovi aiuti per 3,5 miliardi di euro e un messaggio simbolico: l'Ue potrebbe diventare la casa dell'Ucraina anche prima del 2030. I leader occidentali si sono stretti in un abbraccio sempre più compatto a Kiev facendo quadrato intorno a Volodymyr Zelensky nelle stesse ore in cui il presidente francese Emmanuel Macron è volato da Donald Trump per cercare di rimettere il continente in gioco nelle trattative con Vladimir Putin e porre le basi per garanzie di sicurezza solide che, continuano a ripetere i vertici Ue, sono imprescindibili.

Da Mosca però la reazione è gelida: "Non ci sono le precondizioni per riprendere un dialogo con l'Europa", ha tagliato corto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, puntando il dito contro il sedicesimo pacchetto di sanzioni Ue che con tutta probabilità non sarà l'ultimo e che colpisce la flotta ombra russa, la propaganda e le criptovalute.

"In questa lotta per la sopravvivenza non è solo il destino dell'Ucraina ad essere in gioco, ma quello dell'Europa", ha scandito von der Leyen al suo arrivo a Kiev accanto al presidente del Consiglio europeo Antonio Costa e accompagnata dal suo collegio quasi al completo con 22 commissari presenti.

Un messaggio rafforzato dall'annuncio di "un piano completo su come aumentare la produzione di armi e le capacità di difesa in Europa" in arrivo il 6 marzo al vertice straordinario dei leader per mettere in chiaro che "una pace giusta e duratura si ottiene solo con la forza". A dare forza alle parole della tedesca sul podio dell'International Summit a Kiev c'erano anche i primi ministri o i capi di Stato di Spagna, Finlandia, Lituania, Lettonia, Svezia, Norvegia, Islanda, Danimarca, Estonia. E, da Berlino, è arrivata anche la voce del futuro cancelliere Friedrich Merz che, fresco di vittoria elettorale, si è scagliato contro "il tentativo inaccettabile" di Washington "di decidere sulle teste degli europei e degli ucraini per fare un accordo con la Russia", affrettandosi poi a chiedere una "capacità di difesa europea indipendente" come possibile alternativa alla "Nato nella sua forma attuale". Un asse ideale e inedito con Parigi per una Germania che, dal secondo dopoguerra, si è sempre affidata alla protezione atlantica.

Davanti a Putin che vuole ancora "la capitolazione dell'Ucraina", il piano che von der Leyen ha in mente punta a "rafforzare la resistenza ucraina" e l'industria militare continentale per allontanare lo spettro di nuove guerre. L'unità tra i Ventisette sulle nuove misure sarà però difficile da trovare, a partire dagli aiuti da mettere in campo - sui quali c'è già la contrarietà di Ungheria e Slovacchia - e dai finanziamenti. L'Italia spinge per gli eurobond, ma incontra ancora resistenze - sebbene meno rigide - dai Paesi nordici e ora spera in una svolta da parte del nuovo esecutivo tedesco.

Anche la proposta sponsorizzata da Macron e Keir Starmer di inviare 30mila peacekeeper in Ucraina è analizzata con cautela da Roma e da altre capitali: nella visione di Dublino parlare di peacekeeping è fuori discussione senza "ancora alcuna prova da parte di Putin sul fatto che lui voglia la pace".

Al cospetto dei leader occidentali l'auspicio di Zelensky è stato comunque netto: "Poter porre fine alla guerra quest'anno".

Il primo passo negoziale per l'Ue, ha suggerito Costa, sarà nominare un inviato speciale per l'Ucraina che possa rappresentare la posizione dei Ventisette ma anche dei partner Regno Unito, Norvegia e Islanda. L'alto rappresentante Kaja Kallas nelle prossime ore volerà a Washington per incontrare il segretario di Stato americano Marco Rubio nell'intento di "mantenere saldo" un asse transatlantico sempre più fragile, ma il punto fermo resta riassunto nello slogan 'nessun accordo sull'Ucraina senza l'Ucraina'.

I colloqui potranno essere "credibili" soltanto alla presenza di Kiev e dell'Unione, sono tornati a ribadire i vertici Ue, sottolineando che l'intesa dovrà garantire condizioni "durature" e "non deve premiare l'aggressore". Un messaggio condiviso anche dal ministro degli Esteri Antonio Tajani che, dal forum Italia-Eau, ha evidenziato l'importanza di "una pace giusta che garantisca libertà e sicurezza all'Ucraina e all'interno dell'Ue". Da ottenere comunque "in stretto rapporto con gli Stati Uniti". La garanzia di sicurezza migliore, nella prospettiva europea, resta l'ingresso di Kiev nel club dei Ventisette, forse già entro i prossimi cinque anni.
   

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