PAOLA TREPPO, 'L'AMERICA DI IRENE.
STORIA DI UNA FRIULANA DI FRONTIERA' (Chiandetti editore, 140
pagine, 15 euro). Una storia in cui si possono riconoscere,
ritrovare e "ricostruire" la maggior parte dei friulani e forse
anche degli italiani tra coloro che sono emigrati e chi invece
aveva fatto la scelta altrettanto difficile di rimanere,
affrontando la miseria e tante tante difficoltà, riuscendo a
cavarsela anche grazie alle rimesse di chi la valigia l'aveva
fatta e non era più tornato indietro. Come Irene, che in America
ci era però andata per amore, e vi era rimasta. E' il libro - di
speranze, sogni, voglia di riscatto - "L'America di Irene.
Storia di una friulana di frontiera", della friulana Paola
Treppo.
Il volume, ispirato alla storia vera di Irene Vittoria
Monsutti, è stato presentato all'Istituto italiano di cultura di
New York per l'Anno delle radici italiane nel mondo, attraverso
Eraple (Ente regionale Acli per problemi lavoratori emigrati).
"Per tutti coloro che lasciarono la condizione sociale
marginale e lo scenario culturale ancora arretrato, per 'tentare
la fortuna', mettere a dimora un nuovo albero in un lembo di
terra che non era stata promessa da nessuno, lontano, le radici
restarono in Friuli, in Italia, là dove erano venuti al mondo",
indica Paola Treppo. Che parla di "uno spazio mentale, reale e
di affetti che sempre gelosamente custodiranno, che
trasmetteranno ai figli, trasformando la Piccola Patria,
l'Italia, in luogo mitico, all'origine di tutto". La
protagonista del libro è in realtà zia Irene, "l'esuberante zia
di Tarcento, la zia d'America", come la definisce Treppo. Classe
1922, Irene Vittoria Monsutti, figlia di contadini, agente
immobiliare, nei primi anni '50 conobbe il militare della
nascente base Usaf di Aviano (Pordenone) Roy Evert Stephens
durante i festeggiamenti di Santa Caterina a Udine. Si
innamorarono perdutamente l'uno dell'altra e non si sarebbero
più lasciati. Sposatisi a Tarcento nel 1957, Irene e Roy insieme
attraversarono Italia del Sud, coste del Mediterraneo e gli
immensi spazi del Texas. Un proficuo peregrinare raccontato
nelle tante lettere, immortalato in tanti scatti inviati a nonna
Regina Felicita da questa parte dell'Atlantico che ha conservato
per mezzo secolo cartoline, lettere, foto. L'ultima lettera è
del 2 novembre 1974. Irene morirà a 54 anni, il 17 dicembre
1976, pochi mesi dopo il devastante terremoto del Friuli.
Anche il vicegovernatore e assessore alla cultura del Friuli
Venezia Giulia, Mario Anzil, che scrive un saluto nel libro,
ricorda che "ricostruire le proprie radici significa ricostruire
la storia di una comunità" ede evoca quel "miraggio", la
"moderna conquista dell'America, dove oggi vivono centinaia di
migliaia di discendenti di uomini e donne originari del Friuli",
tutti animati da un "profondissimo amore che lega ogni cittadino
di questa regione ai suoi paesi natii".
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