Liliana Segre è stata bersagliata da "insulti nazisti". È quanto sostiene il suo legale, l'avvocato Vincenzo Saponara, che si è opposto alla richiesta avanzata dal pm di Milano Nicola Rossato di archiviare la posizione di 17 presunti hater della senatrice a vita, tra cui anche Chef Rubio.
Nel corso dell'udienza davanti al gip Alberto Carboni, il legale ha depositato una tabella contenente 246 account social e le relative offese che hanno rivolto alla sopravvissuta alla Shoah. "Nel 90 per cento dei casi gli insulti che riceve sono nazisti - ha detto l'avvocato -, è questo il punto. Non sono insulti alla sua veneranda età o alle sue posizioni politiche, ma insulti nazisti".
La senatrice a vita ha presentato opposizione anche su un'altra istanza che riguarda ulteriori aggressioni verbali online contestate a "ignoti" perché non identificati dalla Procura. "Ho replicato al pm anche perché ci sono dei casi in cui c'è l'insulto nazista, ma si costruisce un preteso contesto politico e si chiede l'archiviazione".
Il giudice, che potrebbe anche disporre nuove indagini od ordinare l'imputazione coatta, deciderà nei prossimi giorni. Tra le posizioni al vaglio del gip, oltre a quelle di No Vax e Pro Pal, anche quella di Gabriele Rubini, in arte Chef Rubio. Accusati di diffamazione e minacce online con l'aggravante della discriminazione dell'odio razziale, in 17 vanno archiviati secondo il pm perché i messaggi "devono essere contestualizzati all'interno del dibattito social" e quindi "valutati tenendo in considerazione le funzioni politiche e istituzionali della senatrice".
Depositata una tabella con gli insulti da 246 account
Opponendosi alla richiesta avanzata dalla Procura di archiviare la posizione di 17 presunti hater della senatrice a vita Liliana Segre, il legale Vincenzo Saponara ha depositato al gip una tabella contenente 246 account social e i relativi insulti e offese rivolti alla sopravvissuta alla Shoah.
Come si legge nella legenda che precede il grafico, con il colore viola vengono riportate le "dichiarazioni diffamatorie perché insultanti", in blu quelle "attributive di 'nazista' e simili e/o di manipolazione della storia personale", in bordeaux quelle "pacificamente connotate da antisemitismo" e in verde le dichiarazioni "potenzialmente integranti il reato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa".
Tra questi, anche i post pubblicati da Chef Rubio, indagato a sua volta nell'inchiesta del pm Nicola Rossato per diffamazione e minacce online con l'aggravante della discriminazione dell'odio razziale. A decidere sull'opposizione sarà il gip Alberto Carboni.
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