Firmato ad Ancona il 'Piano Città' degli immobili pubblici. Un patto istituzionale per pianificare in modo integrato il patrimonio immobiliare pubblico in un'ottica di rigenerazione urbana e partecipazione della collettività. Un primo portafoglio immobiliare di undici beni - otto di proprietà dello Stato e tre di proprietà comunale - ai quali potranno essere aggiunti ulteriori beni da valorizzare, anche con il coinvolgimento di altri enti e di investitori privati.
A firmare il Piano che trasformerà il capoluogo alla presenza di tutte le autorità civili e militari del capoluogo, tutte le istituzioni coinvolte: l'Agenzia del Demanio con il direttore generale, Alessandra dal Verme, il Comune di Ancona con il sindaco Daniele Silvetti, la Regione Marche, con il presidente Francesco Acquaroli, l'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale, con il presidente, Vincenzo Garofalo, e l'Università Politecnica delle Marche, con il prorettore, Marco D'Orazio. All'incontro presente anche la sottosegretaria al Ministero dell'Economia e delle Finanze, Lucia Albano che con l'Agenzia del Demanio ha lavorato per questo obiettivo. "Il Demanio con questo Piano ci dà l'opportunità - ha sottolineato Silvetti - di avviare una sperimentazione importante, un'anteprima di quello che sarà il lunghissimo lavoro che ci vedrà tutti impegnati sul nuovo piano regolatore della città e del Porto. Un grande banco di prova che affonda le radici nella concertazione tra tutti i protagonisti".
"Ridiamo alla città di Ancona spazi utili, oggi inutilizzati e in parte degradati, per pianificare insieme al territorio la destinazione ottimale" ha spiegato dal Verme secondo la quale " l'immobile pubblico, soprattutto in una città come Ancona, rappresenta la storia della città, l'identità del cittadino" per questo "di fronte alle sfide della modernità, se noi riusciamo a coniugare quella che è la storia, l'identità, le radici con quelle che sono le opportunità della tecnologia, otteniamo il risultato migliore". Dal Verme pensa soprattutto ai giovani che "in una città universitaria possono ritrovare la fiducia nelle istituzioni anche attraverso un immobile pubblico che gli apre le porte" perchè recuperato alla sua funzione, in grado di offrire servizi. "Oggi - ha ricordato - abbiamo degli oggetti veramente importanti che sono simbolo di degrado, di abbandono e quindi producono una sfiducia verso lo Stato, verso la parte pubblica" ma noi vogliamo siano "il punto di partenza per la rigenerazione". Perchè un immobile "è il ricordo, è la memoria di quella che è stata la grandezza del passato".
Di nuova "visione della città" ha parlato Acquaroli che vede nel Piano sottoscritto uno strumento importante di "concertazione, di confronto" che consente di "ridurre gli errori di pianificazione". Ancona "è una città - ha sottolineato - che ha un potenziale enorme e un ruolo importante da svolgere per tutta la regione". La tendenza secondo Acquaroli è quella di voler guardare alla costruzione del nuovo invece "è importante tornare ad occupare gli spazi che altrimenti rappresentano il degrado, il vuoto, la delocalizzazione verso l'esterno che svuota e snatura la città". Invece "questa è l'occasione di offrire servizi, opportunità che sono istituzionali ma che sono anche sociali ed economici". Il dialogo e la collaborazione istituzionale trovate con questo accordo rende "orgoglioso" Garofalo che ha sottolineato l'importanza di essere "attori di un processo che va oltre anche la blu economy". Guarda alle opportunità per gli oltre 17.500 studenti universitari della Politecnica delle Marche D'Orazio "oggi studenti domani, se verranno offerte le condizioni, cittadini di Ancona". Il Piano sottoscritto "rappresenta un punto di arrivo di un lungo percorso in cui le istituzioni dialogando hanno portato a casa un grande risultato" ha ricordato Albano soddisfatta che 'un lavoro di squadra abbia realizzato un lavoro istituzionale importante che vede molti attori istituzionali restituire valore a quelli che sono gli immobili pubblici. Importanti non per la proprietà ma per la funzione di servizio che hanno e possono offrire con la loro valorizzazione".
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