Pensioni e retribuzioni: nelle Marche dati inferiori alla media nazionale. Sono 539.845 le prestazioni pensionistiche e assistenziali attualmente erogate dall'Inps nella regione di cui 303 mila sono pensioni di vecchiaia (pari al 56,3% del totale), 23 mila pensioni di invalidità (4,3%), 109 mila pensioni ai superstiti (20,3%), 14 mila pensioni/assegni sociali (2,7%) e 88 mila prestazioni a invalidi civili (16,4%). È quanto emerge dai dati dell'Osservatorio Inps sulle pensioni vigenti nel 2025 (escluse le gestioni dei lavoratori pubblici), elaborati dall'Ires-Cgil.
L'importo medio mensile delle pensioni vigenti nelle Marche è di 971 euro lordi, con valori medi che variano dai 1.265 euro delle pensioni di vecchiaia (-220 euro lordi medi mensili nazionali) ai 498 euro delle pensioni agli invalidi civili. Differenza anche negli importi delle pensioni dei lavoratori dipendenti che, nelle Marche, sono di 1.475 euro, -254 euro mensili rispetto ai valori medi nazionali e -335 euro rispetto alla media delle regioni del Centro. Sempre relativamente alle pensioni di vecchiaia, gli uomini percepiscono 1.554 euro lordi di media, l'importo corrisposto alle donne è di 918 euro. Nelle Marche, 300mila prestazioni pensionistiche, pari al 55,7% del totale sono inferiori a 750 euro al mese (53,4% la media nazionale): circa 6 pensioni su 10 registrano un importo inferiore alla soglia della povertà. Passando alle retribuzioni, nel 2023 (dati più aggiornati al momento), la retribuzione media lorda annua percepita nelle Marche è pari a 20.956 euro (dipendenti privati) in aumento di 667 euro, pari a +3,3%, ma non tanto da colmare il gap con le altre regioni del Centro (-8,8%) e dato medio nazionale (-11,4%).
Tra le province, la retribuzione media più elevata si osserva nella provincia di Ancona (22.171 euro, unico valore superiore a quello medio regionale), alla quale seguono Pesaro Urbino (21.627 euro), Macerata (19.912 euro), Ascoli Piceno (19.805 euro) e, infine, Fermo (18.885 euro). "Bisogna ripartire dal lavoro stabile e giustamente retribuito, per dare certezze a chi oggi sta lavorando, a chi lavorerà e a chi ha già lavorato. Ecco il senso del voto del referendum dell'8 e del 9 giugno", il commento di Loredana Longhin, (segretaria regionale Cgil Marche) e Vilma Bontempo (segretaria regionale Spi Cgil).
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