"Si tratta di motivazioni preoccupanti - sostiene la professoressa Raffaella Cassano, presidente regionale di Italia Nostra - che ostacolano l'attuazione di una legge volta alla tutela della fauna marina, e segnatamente a impedire, sia pur in via temporanea, la pesca continua e aggressiva dei ricci di mare, e scongiurare quindi l'estinzione della specie e la desertificazione dei fondali".
La legge, a firma del consigliere regionale Paolo Pagliaro, è stata impugnata con delibera del Consiglio dei ministri del 15 giugno scorso, perchè secondo quanto riferito da Italia Nostra citando l'atto del governo, "eccede dalle competenze regionali ed è quindi censurabile" in quanto "risulta violare la competenza esclusiva dello Stato in materia di 'tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali'.
"Consentire la raccolta di ricci di piccole dimensioni, come purtroppo avviene, appare d'altronde illogico - aggiunge Raffaella Cassano - anche sul piano commerciale, dal momento che questi non sono vendibili né presentabili sulle tavole". "Il fermo biologico di tre anni previsto dalla legge - conclude - rappresenta una maniera efficace per consentire la crescita e il ripopolamento del riccio; siamo quindi contrari a un provvedimento di impugnazione che impedisca l'attuazione della norma in tutta la sua utilità".
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