Un lungo applauso ha accolto
l'arrivo nel Borgo antico di Termoli di monsignor Claudio
Palumbo, neo vescovo della diocesi del Basso Molise, giunto poco
dopo le 16 di oggi da Trivento (Campobasso) dopo una breve sosta
nella chiesa mariana della marina di Montenero di Bisaccia.
Un bagno di folla che è stato un intenso abbraccio di
benvenuto per il presule salutato con affetto e calore dal
vescovo uscente monsignor Gianfranco De Luca, dai religiosi e
sacerdoti locali, cittadini, amministratori regionali e
comunali, forze dell'ordine, polizia locale con i gonfaloni.
Un momento importante per monsignor Palumbo che ha avuto
parole di amicizia e strette di mano per tutti all'ingresso del
centro storico fino alla cattedrale dove è giunto il saluto
ufficiale del primo cittadino termolese Nicola Balice, del
presidente della Regione Molise Francesco Roberti e del prefetto
di Campobasso Michela Lattarulo.
In cattedrale la lettura della bolla di papa Francesco di
nomina di monsignor Palumbo a vescovo di Termoli-Larino e
l'augurio con un applauso di buona guarigione al Santo Padre,
ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma. Poi il trasferimento
nella chiesa di San Francesco per la messa solenne. Entusiasmo e
partecipazione per l'arrivo in città del neo vescovo alla
presenza dei 34 sindaci dei comuni facenti parte della diocesi
del Basso Molise.
"Nella grande rivoluzione operata da Gesù, la rivoluzione
dell'amore, un posto non secondario occupa il concetto di
prossimo" - dice monsignor Palumbo nell'omelia in cui parla di
perdono verso i nemici -. Se nella religione ebraica è sempre
all'interno del proprio popolo e del proprio gruppo di
appartenenza, per Gesù, invece, è un qualcosa di universale,
aperto a tutti. Siate misericordiosi, non giudicate, non
condannate, perdonate, date. Solo una reciprocità disinteressata
di amore, a immagine del Cristo, umanizza e fa crescere. La
pesante storia che viviamo ai nostri giorni, paradossalmente, è
conferma di questa verità e di questa urgenza planetaria".
Secondo monsignor De Luca "in questo tempo di profondo
cambiamento culturale, è necessario tenere lo sguardo rivolto a
Maria, soprattutto per imitarla nell'ascolto obbediente e
fattivo della parola del Signore. Un popolo di Dio, il nostro,
la cui vita di fede va sostenuta da una potente cura
ricostituente che può verificarsi solo attraverso la
riproposizione del kerigma e l'attivazione di una catechesi
seria e puntuale. Buon cammino, insieme agli altri".
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