I Giochi di Parigi sono nel loro rush finale e per l'Italia Team è tempo di primi bilanci tecnici.
La giornata di ieri ha portato le medaglie a 36, virtualmente 37 con quella certa della pallavolo che deve solo definire il colore, ma manca ancora qualche freccia all'arco azzurro per raggiungere, o superare, le 40 di Tokyo. "Nella peggiore delle ipotesi sarà la seconda miglior spedizione di sempre", ha detto oggi il segretario generale del Coni e capo missione azzurro a Parigi, Carlo Mornati, analizzando i dati dell'olimpiade francese.
Al centro del dibattito finiscono anche i quarti e quinti posti, rispettivamente 19 (più sei similari in judo e taekwondo) e 25. "Ma questi due piazzamenti non possono essere considerati dei fallimenti - ha spiegato Mornati -. Anzi, danno l'idea della forza di un movimento. Questa è la spedizione più numerosa e competitiva di sempre". Lo dimostra un dato che il segretario generale ha definito "più significativo di altri", quello dell'indice di competitività. "In questo siamo quarti, dietro solamente a Stati Uniti, Cina e Germania, tra l'altro dai tedeschi ci separano pochi decimi", ha sottolineato Mornati che ha ricordato come il Coni premi non solo gli atleti a medaglia, ma anche chi si posiziona quarto e quinto "con borse di studio con cadenza annuale". In linea con le previsioni, poi, il numero di medaglie fin qui ottenuto, mentre dei 404 qualificati ben 241 hanno raggiunto una finale.
"A Rio ne abbiamo centrate 57 , a distanza di 8 anni siamo oltre le 80. Se un terzo dei quarti posti si fosse trasformato in medaglia avremmo sforato il tetto delle sessanta. Ma alcuni sport sono di situazione e dunque soggetti a giudizio e lì tutto può succedere". L'intelligenza artificiale, però, non può essere la soluzione al problema degli arbitraggi laddove c'è una giuria. "L'IA non può essere un surrogato - ha detto Mornati -. Se serve ad aiutare gli arbitri ben venga, ma resterà sempre una componente di discrezionalità".
Nel frattempo, comunque, il Coni può celebrare un oro in più di Tokyo, nonostante dei dieci del Giappone qui si sia confermato solo quello nella vela di Tita-Banti. Potrà aggiungersi quello della pallavolo femminile che, a prescindere dal metallo, cancellerà lo zero di tre anni fa nei podi degli sport di squadra. Sul rilancio di questi, però, il segretario generale è chiaro da subito: "Non può passare da Coni o federazioni, bensì dalla scuola". C'è soddisfazione, poi, anche per la messa a terra di un modello studiato a Rio e che ricalca quello australiano dove le tre componenti, organizzativa, medico e scientifica, si compenetrano tra di loro. Tanti, infine, gli sforzi fatti per gli atleti, come la scelta di posizionare alcuni fuori dal villaggio olimpico. "Sembrava impopolare all'inizio, ma circa il 33% degli atleti era fuori ed è stato un grandissimo sforzo da parte del Coni. Il 99% delle discipline che alloggiava al di fuori, però, è poi andato a medaglia". Mornati risponde anche alle polemiche sulle condizioni degli atleti al villaggio: "Chi voleva il condizionatore poteva averlo, poi sono il primo a dire che dal punto di vista organizzativo non sia stato semplice, ma ci sono state anche tante esagerazioni". Perché alla fine, il concetto che secondo Mornati deve passare, è che alll'Olimpiade "vince chi si adatta meglio, non il più forte".
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