(ANSA) - ROMA, 21 APR - C'era chi tra gli antichi riteneva che l'universo fosse cubico e non sferico, proprio come il tabernacolo costruito da Mosè, descritto nel Libro dell'Esodo.
Quindi alla base ci sarebbe stata la terra a forma di un lungo rettangolo, ai bordi delle mura ininterrotte che riunendosi andavano a formare la volta celeste, in mezzo il firmamento che divide lo spazio dove abita Dio con i giusti da quello, in basso, dove vivono invece gli uomini.
E' una delle teorie al centro di "Topografia cristiana" di Cosma Indicopleuste, libro che per la prima volta viene tradotto in italiano da Città Nuova. E' il nuovo contributo alla collana dei testi patristici della casa editrice. Riscoprire quanto scritto dai Padri della Chiesa è infatti un indispensabile punto di riferimento, per i curatori dell'opera, anche per i cristiani di oggi.
Cosma Indicopleuste fu un mercante egiziano, originario di Alessandria d'Egitto, vissuto a cavallo tra V e VI secolo, la cui biografia rimane ancora piuttosto ambigua e di difficile identificazione. La sua unica opera giunta a noi è appunto la "Topografia Cristiana", uno scritto articolato in dodici libri e redatto, nella versione iniziale, tra il 543 e il 553.
Nei primi cinque libri la Topografia Cristiana affronta la polemica contro coloro che tra i cristiani ritenevano appunto che il cielo fosse sferico e dichiara l'incompatibilità di questa concezione con la fede cristiana, proprio riferendosi alla forma del tabernacolo di Mosè così come è stato descritto dalla Bibbia. Successivamente, trattando di geografia, l'autore offre diverse informazioni sui propri viaggi. Le parti successive, invece, risultano essere aggiunte posteriori e trattano di argomenti più disparati ed eterogenei, quali ad esempio i movimenti e la grandezza delle stelle o ancora una descrizione degli animali e delle piante dell'India.
E se comunque non mancano nei resoconti di questo autore "imperfezioni grossolane e del tutto inattendibili", come si sottolinea nell'introduzione, a cura di Carlo dell'Osso, professore di Patrologia e Storia della Chiesa, il testo offre tuttavia "informazioni a tratti sorprendenti per precisione e attendibilità". Importante anche il suo racconto storico che dà uno spaccato dell'epoca sotto tanti profili, dalla religione al commercio, dalla teologia alla cultura.
Infine una curiosità: tra gli animali dell'India Cosma Indicopleuste parla del rinoceronte, della giraffa, della tartaruga, del bufalo ma anche dell'unicorno. Anche se poi precisa: "Non l'ho mai visto dal vivo". (ANSA).