(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 17 GIU - Lo stress e la
solitudine, malattie di questa epoca, colpiscono anche i
sacerdoti. Il burnout e il senso di inadeguatezza sono alcune
delle spie di questo malessere che si affaccia ormai anche nella
Chiesa. "Si tratta di un disagio destinato a crescere, perché
spesso i preti hanno diverse parrocchie da amministrare, senza
risiedere in nessuna di esse, e ai compiti amministrativi si
aggiungono le responsabilità canoniche, civili e penali": è
quanto sottolinea La Civiltà Cattolica in un saggio pubblicato
nell'ultimo numero e firmato da padre Giovanni Cucci.
La rivista dei gesuiti ricorda dati allarmanti emersi da
alcuni studi. "Da qualche tempo si assiste a un impressionante
aumento dei suicidi fra i sacerdoti in Brasile. Nel corso
dell'anno 2018 si sono tolti la vita 17 presbiteri e altri 10
nel 2021", si legge nell'articolo. Disagi sono emersi anche da
una ricerca effettuata in Francia. "Uno di loro - scrive Civiltà
Cattolica riferendosi ai sacerdoti coinvolti nel sondaggio -
confessava di non essere il pastore con l'odore delle pecore, ma
con l'odore di benzina… Per molti non ci sono giorni di riposo.
Anche se la situazione non è drammatica come in Brasile, in
Francia ci sono stati sette suicidi di preti nel corso di
quattro anni".
Anche dalle ricerche effettuate in Italia emerge un certo
"malessere" dei preti intervistati. Tra le cause c'è "il
burnout, anche se gran parte di loro non ha usato questo termine
e spesso neppure lo conosce; si rilevano piuttosto delle precise
cause esterne (molteplicità degli impegni, complessità delle
problematiche, la sensazione di essere dei 'funzionari del
sacro', che erogano servizi asettici a fedeli indifferenti)".
Il giornale dei gesuiti individua però delle possibili vie
d'uscita già sperimentate o proposte in alcune diocesi del
mondo, dall'ampliamento della vita comunitaria, magari con la
presenza di famiglie, al coinvolgimento delle donne nei percorsi
di formazione dei sacerdoti. "Nei casi più difficili, si può
pensare a un periodo di stacco da trascorrere in un contesto più
protetto, mantenendo sempre la possibilità di interfacciarsi con
i responsabili della diocesi", è un'altra proposta. C'è poi la
questione della formazione permanente o dell'assistenza
spirituale.
"Se ne sono accorte molte ditte e multinazionali, che hanno
da tempo avviato iniziative volte a far fronte al disagio dei
propri dipendenti, culminato in burnout, depressioni e suicidi:
hanno in altre parole compreso la profonda unità tra qualità
della vita, serenità personale e qualità del lavoro. Affrontare
il problema anche in sede ecclesiale è doveroso", conclude
Civiltà Cattolica. (ANSA).