(di Manuela Tulli)
(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 26 GEN - "Se voi sapete come
fermare i carri russi senza le armi vi saremmo grati". A parlare
è il Capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sviatoslav
Shevchuk, che spiega così perché in Ucraina anche le Chiese
siano favorevoli all'invio di armi da parte dell'Occidente.
Il Consiglio panucraino delle Chiese, che comprende tutte le
confessioni religiose presenti nel Paese e rappresenta l'85%
della popolazione, è stato in questi giorni in Vaticano dove ha
incontrato il Papa e la Segreteria di Stato. "Abbiamo rinnovato
l'invito al Santo Padre a visitarci in Ucraina. Il Papa segue
gli sviluppi e cerca un momento giusto. Non abbiamo ancora una
risposta - ha detto Shevchuk - ma con la nostra visita abbiamo
fatto vedere che lo aspettano non solo i cattolici ma tutti gli
ucraini".
I religiosi evidenziano tutta la loro difficoltà a parlare di
armi e di guerra ma, in un incontro con i giornalisti, dicono
anche che non ci sono alternative. "Ho passato anni ed anni ad
insegnare la morale cattolica e che la Chiesa non parla più
della guerra giusta. Ma quando ho visto le fosse comuni, i
cadaveri delle donne e dei giovani - ha detto Shevchuk cedendo
alla commozione - ho ripensato tutta la dottrina della Chiesa
cattolica inegnata per anni". "Che cosa possiamo fare per
fermare l'aggressore? Come possiamo proteggere la vita? Questa
domanda è aperta e se voi sapete come fermare i carri russi
senza le armi vi saremmo grati" del suggerimento. "Noi siamo
costretti all'autodifesa".
"La situazione si sta aggravando", riferiscono i leader
religiosi che parlano della necessità di una "pace giusta", che
parta dalla restituzione di tutti i territori, dalla
ricostruzione da parte dell'aggressore e anche da "un tribunale
internazionale per giudicare i crimini di guerra". "Innanzitutto
devono smettere di ucciderci", dice ancora Shevchuk
sottolineando che se la pace non sarà "giusta" sarà solo "la
pacificazione forzata di una colonia".
I capi delle Chiese non si sottraggono alla domande sulle
relazioni con gli ortodossi legati a Kirill. "Il rappresentante
degli ortodossi Nikolaj Danilevich ha detto ufficialmente che
si sono staccati da Mosca", è stato detto nella conferenza
stampa. Quanto invece alle proposte di legge per bandire la
Chiesa russa dall'Ucraina, i leader fanno presente che occorre
contemperare due esigenze "la libertà religiosa e la sicurezza
nazionale". "Che qualcuno usi la religione per giustificare
questa guerra è tragico. Dobbiamo imparare dai saggi musulmani
che hanno preso le distanze dall'Isis", sottolinea Shevchuk,
mettendo sullo stesso piano il Daesh e il Patriarcato di Mosca.
Nella visita a Roma i leader delle Chiese - rappresentate
anche da Marcos Hovhannisyan, della Chiesa armena, Epiphaniy,
primate della Chiesa ortodossa autocefala, Mieczysław Mokrzycki,
arcivescovo della Chiesa cattolica romana a Lviv, Yaakov Dov
Bleich, Capo Rabbino di Kyiv e Akhmed Tamim, Supremo Muftì
dell'Ucraina - hanno parlato con il cardinale Segretario di
Stato Pietro Parolin e tra le questioni, sulle quali si chiede
un aiuto alla Santa Sede, c'è quella dei "cittadini ucraini
deportati dalle autorità di occupazione della Federazione Russa,
in particolare dei bambini". I piccoli sono stati anche al
centro di un incontro del Consiglio panucraino con la presidente
del Bambino Gesù Mariella Enoc. L'ospedale pediatrico ha accolto
fin dai primi giorni del conflitto bambini profughi malati e
oggi le Chiese ucraine hanno voluto ringraziare per questo.
(ANSA).