(ANSA) - JUBA, 04 FEB - La presenza del Papa in Sud Sudan
"porta grande speranza". Arriverà "il grido di un popolo che sta
facendo fatica e chiede a Papa Francesco: Aiutaci! Qui non c'è
bisogno di armi, ma di artigiani di pace". Lo dice a Giuba don
Dante Carraro, direttore di Medici con l'Africa Cuamm. Rispetto
all'appello del Pontefice, a non lasciare solo questo Paese, don
Carraro commenta: "E' proprio quello che come Cuamm continuiamo
a fare, lontano dai riflettori, silenziosamente, in 5 ospedali,
103 centri di salute e 2 scuole per ostetriche e infermiere. Ci
prendiamo cura degli ultimi tra gli ultimi, dei più fragili e
dimenticati. Non solo in Sud Sudan, ma anche nei paesi
confinanti, come in Etiopia a Gambella, dove moltissimi trovano
rifugio. Piccoli semi di speranza".
Cuamm ha anche curato la realizzazione del video sulla
situazione degli sfollati che è stato presentato oggi pomeriggio
all'evento con il Papa alla Freedom Hall.
Medici con l'Africa Cuamm è in Sud Sudan dal 2006, anno in
cui avvia l'intervento di riabilitazione dell'ospedale di Yirol,
in Lakes State. Allarga poi il raggio d'azione anche nel Western
Equatoria State e nella contea di Rumbek e in altre zone del
Paese. Oggi l'intervento interessa complessivamente 11 contee.
In questo territorio il Cuamm supporta: 103 strutture sanitarie
periferiche; 4 ospedali (Yirol, Lui, Rumbek, Cueibet); 2
Istituti di Scienze Sanitarie (annessi agli ospedali di Rumbek
ed di Lui). Tali servizi sono garantiti da circa 1.350 staff
sanitari nazionali e 924 operatori sanitari di comunità,
supportati da un team internazionale di circa 60 persone. Nel
2022, le 103 strutture sanitarie supportate hanno effettuato
665.114 visite ambulatoriali e i 924 operatori sanitari di
villaggio hanno realizzato 293.629 trattamenti comunitari contro
malaria, diarrea e pneumonia. (ANSA).