(ANSA) - ROMA, 06 FEB - "Ora è ancora più importante stare
vicino al popolo, che è terrorizzato da questo terremoto". Per
il gesuita Antoine Audo, vescovo caldeo di Aleppo, "tra le tante
che abbiamo avuto, questa è una sciagura a cui, per così dire,
non siamo abituati. Dopo dodici anni di guerra, questa è una
nuova bomba tremenda, letale e sconosciuta, che cade su di noi".
Il vescovo caldeo di Aleppo descrive all'Agenzia Fides "una
città di due milioni e mezzo di abitanti senza elettricità,
senza acqua e riscaldamento. Fa molto freddo, l'inverno è
rigido. Vedo le persone che rimangono per strada, o si chiudono
nelle automobili. Hanno paura, non sanno cosa accadrà, perché
forse non è finita, e si dice che potrebbero arrivare nuove
scosse forti e devastanti".
Anche le Chiese dell'area cominciano a fare i conti con le
devastazioni subite a causa del sisma. In Turchia, il vescovo
Paolo Bizzeti, Vicario apostolico dell'Anatolia, ha riferito che
la Cattedrale di Iskenderun è crollata, e in quella città sono
andate distrutte anche le chiese delle comunità siro-ortodossa e
ortodossa. "Qui a Aleppo - riferisce il vescovo Audo -
l'arcivescovo melchita Georges Masri è stato estratto vivo dalle
macerie, ma il suo vicario è ancora sotto il palazzo distrutto,
e ancora non lo hanno trovato". (ANSA).