(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 12 FEB - Il vescovo del
Nicaragua, mons. Rolando Alvarez, per il quale Papa Francesco ha
lanciato un appello all'Angelus, è stato condannato per "reati
inesistenti". Lo sottolinea il direttore della fondazione
pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, Alessandro Monteduro,
spiegando che la Chiesa cattolica è presa di mira dal regime di
Ortega perché resta accanto alla gente e non smette di
denunciare "la violazione dei diritti umani".
"Nel Paese guidato da Ortega dall'aprile 2018 la crisi
socio-politica appare inarrestabile. La Chiesa cattolica -
spiega il direttore di Acs-Italia - avendo a cuore le sorti
della popolazione ha cercato senza successo di mediare tra il
governo e l'opposizione. E di questo viene accusata. Si è creato
un clima oppressivo, nel quale religiosi e religiose sono
divenuti bersaglio di attacchi e rappresaglie. Ascoltando
l'invito di Papa Francesco ad essere un ospedale da campo, in
questi anni molte delle parrocchie hanno dato rifugio a quanti
cercavano sicurezza e prestato soccorso ai feriti. Questo
sicuramente non è piaciuto al governo. Così come non è piaciuta
l'impegno profuso nel tentare di smantellare le forze
paramilitari. In momenti difficili come quello attualmente
vissuto dal Nicaragua, la gente vede nella Chiesa un sostegno,
un volto amico. È quindi fondamentale sostenerla e soprattutto
coloro che sono più vicini alla gente: i parroci ed i sacerdoti
in genere".
Aiuto alla Chiesa che Soffre "chiede con forza, innanzitutto
ai Governi dell'America Latina che ancora intrattengono rapporti
con Ortega, che si impegnino affinché il regime nicaraguense
restituisca alla sua comunità il vescovo Rolando Alvarez
condannato a 26 anni di carcere per reati inesistenti. I vari
regimi ancora presenti nel mondo siano tuttavia consapevoli che
nessuno potrà mai chiedere alla Chiesa di smettere di denunciare
le violazioni dei diritti umani, inclusa la libertà religiosa",
conclude Monteduro. (ANSA).