(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 10 MAR - Maria Joseph e Janada
Markus, giovani cristiane nigeriane vittime di Boko Haram, in
Italia su iniziativa di Aiuto alla Chiesa che Soffre, hanno
terminato oggi i tre giorni di incontri con rappresentanti
religiosi e civili con un meeting nella sede della Delegazione
dell'Unione Europea presso la Santa Sede, l'Ordine di Malta, le
Organizzazioni delle Nazioni Unite a Roma e la Repubblica di San
Marino. Le due testimoni, accompagnate da Sandra Sarti e
Alessandro Monteduro, rispettivamente presidente e direttore di
Acs Italia, hanno offerto la loro drammatica testimonianza ad
Alexandra Valkenburg, Ambasciatore Capo Delegazione dell'Ue
presso la Santa Sede, e ad altri 17 rappresentanti diplomatici.
"Il racconto delle strazianti storie delle due ragazze ha
gettato luce sulle sofferenze dell'intera comunità cristiana
nigeriana, minacciata da persecuzione di matrice religiosa e
criminalità diffusa, e ha suscitato emozione e commozione nei
presenti", riferisce la fondazione pontificia.
Don Joseph Fidelis Bature, sacerdote nigeriano e direttore
del Trauma Center di Maiduguri, ha sottolineato la necessità di
agire su tre direttrici: "prevenzione, attraverso l'advocacy e
la sensibilizzazione dei governi nazionali; reazione, attraverso
la soddisfazione dei bisogni primari delle vittime grazie alla
sinergia fra rappresentanze diplomatiche, organizzazioni
caritative e ong; emancipazione, attraverso l'istruzione e la
formazione delle vittime, anzitutto delle giovani donne".
I rappresentanti diplomatici presenti hanno concordemente
espresso la volontà di riferire ai rispettivi governi quanto
appreso nel corso dell'incontro, al fine di fornire una risposta
appropriata al dramma descritto da Maria e Janada in
rappresentanza di tante loro coetanee. (ANSA).