(ANSA) - ROMA, 22 MAR - "La guerra della Russia in Ucraina è
una guerra coloniale. Abbiamo a che fare con un vero piano
genocida". Lo afferma il capo della Chiesa greco-cattolica,
mons. Sviatoslav Shevchuk, nel libro "Dio non ha abbandonato
l'Ucraina" con il giornalista polacco Krzysztof Tomasik.
"Per gli ucraini, la parola 'guerra' significa anche
genocidio. Siamo una nazione sopravvissuta al genocidio del
1932-1933, di cui conserviamo ancora le grandi ferite: nelle
vaste distese dell'Ucraina, con le fertili terre nere, le
persone morivano di fame. Nel 2022 abbiamo commemorato il 90°
anniversario dell'Holodomor che voleva privare le persone del
diritto alla vita, voleva distruggerle perché si consideravano
un vero popolo. La stessa cosa sta accadendo oggi, perché
chiunque venga oggi dalla Russia in Ucraina non viene solo per
occupare la terra, ma per distruggere coloro che su questa terra
vivono", afferma l'arcivescovo maggiore di Kiev.
"Se guardiamo alle sue radici, è una vera guerra coloniale.
In primo luogo, la Russia non riconosce il fatto stesso
dell'esistenza del popolo ucraino" e invece "siamo ucraini da
sempre. Abbiamo la nostra lingua, la nostra cultura, la storia,
le Chiese e, alla fine, abbiamo il nostro Stato". "Questa è una
vera guerra coloniale perché la Russia crede che lo Stato
ucraino non sia mai esistito, che non abbiamo il diritto di
esistere. Crede che lo Stato ucraino, emerso dopo il crollo
dell'Unione Sovietica, sia un errore storico. Così arriva il
grande 'ri-formatore' che corregge la storia per mostrarci
finalmente chi e come dovremmo essere", commenta Shevchuk. Ed è
una storia che si ripete: "Ogni volta che nasceva qualcosa a
Kyiv, quando essa diventava il centro ecclesiastico, religioso,
culturale o statale, regolarmente una 'spedizione punitiva'
arrivava ad invaderci dal nord per distruggere tutto".
"Vogliono trasformare gli ucraini in russi, e questa è la
tragedia di questa guerra", dice Shevchuk concludendo:
"l'Ucraina invece guarda verso il futuro, vuole essere un paese
europeo, perché milioni di ucraini hanno conosciuto un mondo
diverso e hanno capito di non voler più vivere come prima".
(ANSA).