(dell'inviata Manuela Tulli)
(ANSA) - LEOPOLI, 28 MAR - Dopo un anno di sofferenze e
restrizioni, anche nelle celebrazioni religiose a causa della
guerra, torna una processione all'aperto, per le vie di Leopoli.
Mercoledì santo, 5 aprile, i fedeli cattolici scenderanno nelle
strade della città ucraina per la Via Crucis. Percorreranno a
piedi con la croce circa due chilometri, attraversando il
centro, dalla Cattedrale fino alla chiesa di Sant'Antonio. "Sarà
una Via Crucis per la pace", dice il vescovo cattolico della
città, monsignor Mieczysław Mokrzycki. I fedeli vivono questa
Quaresima, la seconda sotto le bombe, pregando e sperando nella
pace e "digiunando per questo, a pane ed acqua, il martedì e il
mercoledì". "Noi tutti ci sentiamo presenti nella Passione di
Cristo. Speriamo che i sacrifici del nostro popolo porteranno
frutto per questa pace desiderata da tutti".
Leopoli è una città stanca dopo tredici mesi di guerra che
qui ha risparmiato distruzioni e morti, rispetto alle zone più
orientali del Paese, ma che comporta uno sforzo imponente per
assistere i "circa duecentomila sfollati interni che sono
rimasti qui perché è più sicuro", dice il vescovo. "Si tratta
delle persone più fragili, anziani, malati, persone che hanno
perso la casa per i bombardamenti o che comunque non sanno
ricostruirsi una vita propria. Noi cerchiamo di farli stare
bene, creare per loro un clima per cui si possano sentire come a
casa", dice mons. Mokrzycki.
E per questo le missioni umanitarie sono un balsamo per le
diocesi che aiutano ogni giorno migliaia di persone. "Siamo
molto grati agli italiani, sentiamo la vicinanza ogni gesto di
solidarietà ci aiuta ad andare avanti", dice il vescovo
accogliendo la missione di pace che vede in questi giorni in
Ucraina i Francescani conventuali, la Comunità di Sant'Egidio,
la cooperativa Auxilium e la Figc che ha portato un segno di
speranza e rinascita donando le divise della nazionale. "C'è
tanta sofferenza - dice il vescovo - ma noi non smettiamo di
pregare per la pace. Speriamo che, anche grazie agli interventi
di Papa Francesco, la guerra finisca". Ma aggiunge con un velo
di pessimismo: "Forse durerà ancora mesi, Putin ci vuole
sfinire, vuole prendersi tutta l'Ucraina, prendersi i nostri
figli e alla fine costringere il Paese a cedere pezzi del
territorio. Ma i nostri soldati combatteranno fino alla fine".
Oggi celebrerà a Ternopil un funerale di un soldato morto in
battaglia, come accade ormai ogni settimana da un anno a questa
parte. "Dobbiamo sempre stare vicino a queste famiglie". E
mentre riceve la maglia della nazionale con il suo nome, dono
della Federazione Italiana Giuoco Calcio, il vescovo di Leopoli
pensa al calciatore Vadym Lipov, morto in battaglia. Come anche
ha perso la vita a Bakhmut, qualche giorno fa, un'altra stella
del calcio, Roman Skrypnyuk: "si era offerto volontario per la
guerra dopo il 24 febbraio dell'anno scorso. Ha lasciato la
moglie e due figli". (ANSA).