(ANSA) - CITTA DEL VATICANO, 30 MAG - "Sono pienamente
d'accordo con il Santo Padre e credo che lui ci offre su questo
tanta luce e tanta fortezza": lo ha detto il Rettor Maggiore dei
Salesiani, don Angel Fernandez Artime, parlando della missione
di pace tra Ucraina e Russia voluta dal Papa. "Penso che anche
quando i movimenti politici e le nazioni vanno per una strada,
noi dobbiamo continuare ad offrire questi elementi di speranza,
di cercare l'incontro e il dialogo quando è possibile", ha
aggiunto il decimo successore di Don Bosco.
Il salesiano parla anche della giustizia: "Credo che dobbiamo
fare un cammino di dialogo e, se possibile, come il Santo Padre
cerca, un cammino per la pace nella giustizia".
Fernandez Artime ha parlato del conflitto in Ucraina a
margine della presentazione del libro "Il carisma della presenza
e della speranza", a cura di don Giuseppe Costa, che ripercorre
i viaggi del Rettor Maggiore negli ultimi quindici mesi. "Sono
stato in Ucraina e in Russia prima della guerra, ora è difficile
una visita, continuiamo ad accompagnarli diversamente". "Questa
realtà della guerra è un grande dolore, per me è incredibile che
oggi stiamo di nuovo vivendo una guerra".
I Salesiani sono in Russia con alcune presenze: "Lavoriamo in
mezzo a quella gente con i ragazzi e le famiglie e la guerra non
è l'espressione di quelle famiglie. In Ucraina abbiamo una
presenza molto forte. Sedici opere salesiane tra l'Ucraina
greco-cattolica e quella latina: accogliamo le famiglie e già
prima della guerra avevamo una casa per orfani e ragazzi
abbandonati, parrecchie scuole e spazi per i giovani. Ci sono
anche i salesiani che quotidianamente vanno sulla linea del
conflitto per portare gli aiuti. La nostra idea è continuare ad
aiutare l'Ucraina salesianamente".
"Le case salesiane hanno accolto i profughi ucraini scappati
dalla guerra nei loro centri in Polonia, Slovacchia, in Italia e
anche nella stessa Valdocco", il cuore dei luoghi di don Bosco.
"E' stata una grande emozione ricevere, un anno fa, nella casa
di Don Bosco, le prime 84 persone che erano venute lì per poter
vivere. La maggior parte di loro sono tornati in Ucraina".
(ANSA).