I volti sono distesi e sereni, in alcuni casi sorridenti. Gli sguardi limpidi e rivolti verso la fotocamera, come avviene quando si sta tra amici e si scatta una foto per ricordare un bel momento. Al centro, c’è l’ex presidente Donald Trump, circondato da giovani membri della comunità afroamericana, ma purtroppo è l’ennesimo deep fake, un'immagine falsa creata con l'intelligenza artificiale generativa che ritrae un incontro che non c’è mai stato con il solo scopo di conquistare consenso - e quindi voti - al candidato repubblicano. Un tentativo di ingannare e manipolare quell’elettorato di colore che, quando nel 2020 Joe Biden ha vinto le presidenziali, è stato determinante per il successo dei democratici negli stati cosiddetti “in bilico”.
Disinformazione “dal basso”
Di immagini come queste, in rete ce ne sono parecchie: le ha scoperte la trasmissione Bbc Panorama, che ha denunciato l’emergere di nuova disinformazione in vista delle elezioni presidenziali statunitensi di novembre. E che, nel farlo, ha messo in luce anche un fenomeno relativamente nuovo, ma destinato a crescere esponenzialmente: qualcosa che potremmo chiamare la “disinformazione dal basso generata con l’IA”, cioè dagli stessi cittadini americani.
Già, perché mentre i giornalisti della Bbc non hanno potuto legare in alcun modo i deepfake in questione né alla campagna elettorale di Trump, né a tentativi di ingerenza da parte di governi stranieri (come era avvenuto con le elezioni del 2016), sono invece riusciti facilmente a rintracciare i creator di alcuni dei deepfake tra normali cittadini statunitensi. O meglio, tra influencer conservatori con un ampio seguito sui social, che sui loro account conducono da tempo una incessante campagna contro i Democratici e il presidente Biden; e che ora sembrano apprezzare sempre di più l’uso degli strumenti di IA generativa per fabbricare deepfake.
Alternative-facts potenziati dall’IA
Per certi versi, non è che la naturale evoluzione di quanto sta accadendo fin dalla prima metà degli anni ‘10: da quando cioè, la Destra americana si è trasformata in “alternative right”, cioè in quella parte che si riconosce in un'ideologia più conservatrice e reazionaria, che rifiuta la politica tradizionale e sfrutta i canali digitali per diffondere informazioni false o quantomeno controverse, definite “alternative facts”, fatti alternativi. Una pratica che negli anni è stata centrale alle strategie di comunicazione e funzionale al successo di Trump (fino a costargli l’espulsione da Facebook e dall’ex-Twitter), e che oggi torna d’attualità più che mai mentre si diffondono strumenti di intelligenza artificiale generativa sempre più potenti e alla portata di tutti, per i quali basta un prompt per generare testi convincenti, immagini e (tra poco anche) video fotorealistici.
Bbc Panorama ha intercettato due creator tra quanti hanno diffuso le false immagini di Trump con giovani afroamericani: uno è l’ultra-conservatore Mark Kaye, conduttore di una trasmissione radiofonica in Florida e amministratore di una pagina su Facebook con oltre un milione di follower, il quale ha giustificato la scelta di condividere uno deepfake in questione (ora non più disponibile sul suo profilo) semplicemente dicendo di non essere fotogiornalista ma uno storyteller, di non aver mai detto che la foto era vera (ma neanche il contrario, ndr) e che se qualcuno ha creduto che lo fosse è solo un suo problema.
L’altro è un cittadino statunitense conservatore - tale Shaggy - che ha ripreso un’immagine che ritraeva Trump tra giovani di colore tra le tante prodotte con l’IA dall’account satirico @Trump_History45, e l’ha ripostata cambiando didascalia. La foto, accompagnata da un testo secondo cui l'ex-presidente repubblicano si sarebbe fermato durante un viaggio in auto per incontrare dei giovani afro-americani in strada, ha totalizzato oltre un milione e 300mila visualizzazioni su X.
È solo l’inizio
In entrambi i casi, leggendo i commenti è stato possibile capire come molti utenti abbiano scambiato queste immagini per vere, e questo nonostante fossero presenti diverse imprecisioni, tra cui il solito numero sbagliato di dita delle mani. Viene dunque da chiedersi cosa accadrà man mano che questi sistemi diventeranno (come stanno diventando) sempre più precisi ed efficienti nel creare immagini, o quando la nuova IA generativa di OpenaAI Sora, capace di realizzare incredibili video fotorealistici da un semplice prompt, verrà lanciata sul mercato.
Intanto appare sempre più chiaro come, anche nel tentativo di manipolare porzioni più o meno ampie dell’elettorato, la strategia sia far affidamento su un'alleanza essere umano - macchina, dove i contenuti falsi sono generati dall’IA, ma a diffondersi (e quindi a renderli credibili) ci pensano persone in carne ed ossa.
*Giornalista, esperto di innovazione e curatore dell’Osservatorio Intelligenza Artificiale ANSA.it
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