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'No collusioni', gup respinge ipotesi caso Bibbiano a Torino

'No collusioni', gup respinge ipotesi caso Bibbiano a Torino

Le motivazioni del proscioglimento delle funzionarie del Comune

TORINO, 12 giugno 2024, 18:04

Redazione ANSA

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Non ci fu "nessun accordo collusivo". Con una sentenza di 100 pagine il gup Stefano Sala spiega le ragioni per le quali lo scorso 12 maggio, direttamente all'udienza preliminare, ha prosciolto alcune dirigenti e funzionarie dei servizi sociali del Comune di Torino dall'accusa di avere dato vita a un 'caso Bibbiano' nel capoluogo piemontese. La vicenda si riferiva all'affidamento di due bimbi di origine nigeriana, nel 2013, a una coppia di donne che, durante l'iter, si erano affidate alle consulenze specialistiche di Nadia Bolognini, psicoterapeuta ed ex moglie di Claudio Foti, lo psicoterapeuta coinvolto e poi assolto in via definitiva nel processo celebrato in Emilia Romagna. Per la Bolognini e le due donne il gup ha disposto il rinvio a giudizio. Però non ha ravvisato nessuna complicità nelle operatrici del Comune e, in base alle direttive della cosiddetta 'riforma Cartabia', ha optato per il loro proscioglimento immediato sottolineando più volte che, per ciascuno dei numerosi capi d'accusa, bisogna esprimere una "prognosi negativa circa la probabilità di una condanna" e che il processo non cambierebbe la situazione.
    Secondo il giudice furono le donne ad affidarsi alla Bolognini e le funzionarie del Comune "non furono minimamente coinvolte".
    Tanto meno furono stretti accordi "per manipolare le informazioni". Nessuno degli esperti, inoltre, all'epoca dei fatti "aveva ragione di dubitare delle dichiarazioni" della specialista.
   

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