(di Antonella Brianda)
Tutta la nostra vita, i nostri dati
più sensibili, le informazioni legate ai nostri acquisti e alle
nostre abitudini, tutto di noi è racchiuso all'interno del
cellulare che ci portiamo dietro, giorno e notte. E tutto può
essere scrutato da chi, come Raoul Chiesa, il più famoso hacker
italiano, avrebbe la possibilità di accedervi, lasciandoci
ignari della sua 'visita'.
Ma non è di certo questo l'intento dell'hacker etico torinese
che invece da tempo porta avanti campagne di sensibilizzazione
all'uso consapevole delle apparecchiature informatiche, del web
e dei social, dedicandosi completamente alla sicurezza della
rete. Chiesa, classe 1973, prima di comprendere appieno le
potenzialità e i rischi di un uso poco responsabile del web, si
è cimentato in imprese al limite dell'impossibile. O meglio,
impossibili ai più. Nel 1995, quando era poco più che un
adolescente, riuscì ad entrare nel sito della Banca d'Italia.
Bucò uno dei sistemi informatici più sicuri e controllati, e non
fu l'unico forziere di dati a cui riuscì ad accedere: l'elenco
vede At&T, la più grande azienda di telecomunicazioni al mondo,
ma anche Mci, Sprint e Gte, tutti accessi per i quali gli Stati
Uniti richiesero la sua estradizione.
Come un ventenne fosse riuscito a compiere quell'impresa,
probabilmente se lo chiese anche il pubblico ministero che lo
fece condannare a tre mesi e mezzo di domiciliari senza l'uso di
apparecchi elettronici e, soprattutto, senza un collegamento
web. Ma dopo la condanna, per Raoul Chiesa si aprì un altro
mondo, sempre legato al cyberspazio, ma fondato su valori etici
di cui ancora oggi va fiero e per i quali continua a lavorare.
Dopo l'avvio della sua prima agenzia privata di cybersicurezza,
sono arrivati incarichi come digital forensics e consulenze in
casi di cyber-bullismo e revenge porn, oltre a lavori per la
sicurezza preventiva di Stati in giro per il mondo.
Per fare un lavoro così impegnativo e con un carico mentale
elevato, Chiesa ha scelto da tempo, dal 2020, la Sardegna come
base. "Dove sarebbe possibile riuscire a staccare la mente,
ritrovare se stessi e le energie per lavorare ogni giorno ad
incarichi complessi per governi, forze dell'ordine,
multinazionali, se non in quest'isola?", racconta all'ANSA. Per
vivere ha scelto una località della Gallura, che non intende
svelare, e non pensa certo alla pensione.
Ed è sempre dalla Sardegna, e in Sardegna, che a breve
porterà avanti delle campagne di sensibilizzazione negli
istituti scolastici superiori - nell'isola, a Sassari - con
l'intento di non fermarsi. "Portare la consapevolezza dei rischi
legati ad un uso sconsiderato e smodato del web è il mio
obiettivo, - chiarisce - Tutto questo per evitare che i giovani,
ma anche gli adulti, subiscano i danni del cyberbullismo per
esempio, o del revenge porn. Solo una buona informazione su
questo potente strumento renderà le future generazioni capaci di
governarlo nel migliore dei modi". L'hacker ha già la valigia
fatta e il computer sottobraccio: è pronto a partire per una
nuova avventura top secret.
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