"Quello che ci preoccupa in
questa fase storica sono i rallentamenti che si stanno
registrando nella gestione, nella programmazione e nella
trasformazione in opere concrete dei fondi messi a disposizione
con il Piano nazionale di ripresa e resilienza. I rallentamenti
a livello nazionale, purtroppo, si riflettono pesantemente anche
in ambito regionale e locale, per questo è necessario dare
operatività a quella cabina di regia che è stata istituita un
anno e mezzo fa per la verifica di questi finanziamenti". E'
quanto affermano, in una nota unitaria, i segretari generali
regionali Angelo Sposato (Cgil), Tonino Russo (Cisl) e Anto
Biondo (Uil).
"Solo un'attenta ed informata azione di controllo, infatti
- sostengono Sposato, Russo e Biondo - può portare al corretto
investimento di queste risorse che rappresentano l'ultima
occasione per cambiare il volto di questa regione e rendere
operativi e funzionali quei settori, a partire dalla sanità, che
sono sempre stati i punti più dolenti per chi ha scelto di
vivere in questo territorio. Lo strumento della sorveglianza
sociale, lo ribadiamo ancora una volta, è di fondamentale
importanza per verificare gli investimenti del Pnrr e le sue
ricadute su comparti, quale quello sanitario, che aspetta di
vedere realizzata la medicina del territorio, resi operativi i
nuovi ospedali e aperte quelle case della comunità che, ad oggi,
sono rappresentate solo nei documenti progettuali. Ma non solo.
Applicare lo strumento della sorveglianza sociale
all'investimento di questi fondi vuole dire mettere al riparo
gli stessi dalle attenzioni poco meritorie della criminalità
organizzata".
"Purtroppo, poi - sottolineano i segretari generali di
Cgil, Cisl e Uil Calabria - siamo stati costretti a registrare
un rallentamento del confronto sul tema del lavoro. Ad oggi, fra
le altre cose risultano trascurate le istanze provenienti dal
bacino del precariato storico, nei confronti del quale il
governo regionale aveva assunto una serie di impegni che, ancora
oggi, risultano disattesi. Per noi vincere le sfide aperte sul
lavoro vuol dire sapere mettere insieme il piano Gol - sul quale
purtroppo dobbiamo segnalare la totale assenza di confronto con
la giunta regionale - al fine di evitare che le politiche attive
si realizzino in contrasto con le reali necessità del territorio
e con lo sviluppo delle attività produttive attraverso l'atteso
potenziamento della Zes. Proprio sul futuro della Zona economica
speciale, poi, non possiamo non segnalare l'incomprensibile
rallentamento della marcia del governo sulla concreta
applicazione di questo strumento indispensabile, insieme ad un
corretto ripensamento sulla gestione delle politiche attive per
il lavoro, come sostanziale leva di sviluppo per la Calabria".
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